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Finanziaria 2025, poche critiche sulla Manovra Sardegna. Sintomo di soddisfazione del sistema?

È stata approvata la prima legge finanziaria della giunta Todde, ma a colpire non è tanto il contenuto del provvedimento quanto il silenzio assordante che l’ha accompagnato. Poche critiche, nessuna vera mobilitazione politica o sociale: una quiete che ha più il sapore della soddisfazione del “sistema” che non dell’approvazione popolare.

Eppure, per la Sardegna si tratta dell’ennesima occasione mancata. Una manovra che non propone una visione strategica, né un’idea concreta di sviluppo per una regione ancora in cerca di risposte strutturali su lavoro, sanità, trasporti e infrastrutture.

Doveva essere la legge finanziaria del rilancio e, invece, non si è andati oltre la sterile ripartizione contabile delle risorse. Più, ovviamente, il finanziamento dei soliti emendamenti puntuali per le lobby e gli amici dei consiglieri/e regionali. Nulla di nuovo. Il sistema continua a tutelarsi con vivida linea di continuità con il passato. E, va rimarcato, le altrettanto stucchevoli critiche dell’opposizione, alla luce dei tanti emendamenti “improvvisamente ritirati”, non possono che confermare uno squallido teatrino che, a breve, non mancherà di essere sbugiardato. Per il momento basta solo vedere il finanziamento per “l’alliga cagliaritana” da ben 9 milioni di euro. La programmazione di cui tanto parlava la “decaduta”, insomma, si traduce nel solita navigazione a vista della bassa politica regionale.

Un doumento, ancora, privo di scelte coraggiose e visione politica, incapace di affrontare le vere emergenze dell’Isola.

E mentre la presidente Todde continua a parlare di discontinuità, la realtà politica suggerisce tutt’altro: il “sistema” che lei stessa ha denunciato in campagna elettorale sembra oggi perfettamente a proprio agio, silenzioso ma presente, soddisfatto e rassicurato.