Fiaip-Fimaa-Anama: “No alla revisione del Catasto che nasconda una nuova Patrimoniale”.

La legge delega di riforma fiscale contenente il provvedimento della revisione delle rendite catastali potrebbe tradursi in un aumento della pressione fiscale sugli immobili secondo la La riforma del Catasto, come dichiarato dal Sottosegretario del MEF Massimo Bitonci, qualora, come pare, prevedesse il passaggio del calcolo delle rendite in base ai metri quadrati, e non più ai vani, si tradurrebbe in un aumento del 30-40% delle stesse con pesanti ricadute su Imu, Irpef e tasse sui trasferimenti immobiliari, determinando, in pratica, un consistente aumento dell’imposizione fiscale che la Consulta Interassociativa Nazionale dell’Intermediazione Immobiliare (Fiaip-Fimaa-Anama).

La riforma del Catasto, come dichiarato dal Sottosegretario del MEF Massimo Bitonci, qualora, come pare, prevedesse il passaggio del calcolo delle rendite in base ai metri quadrati, e non più ai vani, si tradurrebbe in un aumento del 30-40% delle stesse con pesanti ricadute su Imu, Irpef e tasse sui trasferimenti immobiliari, determinando, in pratica, un consistente aumento dell’imposizione fiscale.

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Le tre organizzazioni sindacali di categoria hanno perciò sottolineano la necessità di scongiurare una inopportuna riforma del Catasto che mascheri una nuova patrimoniale, chiedendo una riforma organica e strutturale della fiscalità che contempli un riordino e una riduzione del carico fiscale sull’immobiliare, o, in alternativa, che tale riforma risulti ad impatto zero come gettito fiscale non determinando aggravio per i contribuenti ma solo una migliore e più equa distribuzione della tassazione.

“Come dichiarato recentemente dal Premier Draghi questo non è il momento di prendere ma di dare – dichiarano iGian Battista Baccarini, Santino Taverna e Renato Maffey – Riformare il Catasto con questi presupposti sarebbe un grave errore per il sistema Paese in un momento così critico e delicato a causa della pandemia”.

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“E’ necessario che il riequilibrio catastale sia valutato all’interno di una riforma organica e strutturale della fiscalità – concludono i tre Presidenti – che preveda una riduzione, e non un aumento, del carico impositivo sull’immobiliare al fine di agevolare l’accesso alla casa e rendere attrattivo l’investimento in un settore da sempre di strategica e fondamentale importanza per le famiglie italiane e per l’intera economia”.