Femminicidi, Garante: “I corsi di affettività possono ben poco”.
“Gli ultimi terribili femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, uccise entrambe per il loro no, – l’una al partner, l’altra a un ragazzo ossessionato da lei con il quale non c’era stata alcuna relazione – ci riportano alla stessa ‘scena madre’ originaria: l’incapacità di accettare ed elaborare il distacco e l’emancipazione dalla figura materna, passaggio decisivo nella costruzione della propria identità di uomo”, così Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
“I corsi di affettività, come osserva Massimo Ammaniti, decano degli psicanalisti, possono ben poco: non si tratta di teoria, ma di un ‘lessico emotivo’ che si apprende fin dalla più tenera età nella dinamica concreta degli affetti familiari”.
“La rabbia e il passaggio all’atto violento dipendono da questa incapacità di fare i conti con la propria interiorità e di sopportare l’abbandono” dice ancora la Garante, per concludere: “L’alternativa è l’accettazione della dipendenza dalla madre, la gratitudine per lei e un senso diverso dell’evoluzione di questa relazione primaria. Mentre le ragazze devono imparare a riconoscere per tempo quei segnali – il possesso, la gelosia ossessiva – che preludono al gesto violento. E a chiedere aiuto prima possibile”.
foto Santarsiero Donato