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Fass Shopping Center a Elmas: lavoro “per alcuni”, uguaglianza per tutti?

L’apertura del Fass Shopping Center, prevista nei prossimi mesi, promette nuove opportunità di lavoro per la comunità locale. Ma, guardando ai recenti annunci del Comune di Elmas e dell’Aspal, si nasconde una domanda scomoda: tutti i cittadini sono davvero uguali davanti alla legge secondo i consiglieri regionali (e sindaci) del centrosinistra?

ll municipio e l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, infatti, hanno infatti siglato un accordo di collaborazione per favorire l’occupabilità dei cittadini e supportare le imprese situate nel comune che si insedieranno nel nuovo centro commerciale.

Il post sul sito del comune di Elmas, foto Facebook

Canale preferenziale: opportunità o discriminazione?

La sindaca Maria Laura Orrù non ha dubbi: “Vogliamo che i nostri cittadini abbiano un canale preferenziale per le assunzioni”. Quindi, secondo questa logica, chi vive a Elmas avrà una corsia preferenziale per lavorare nel nuovo centro commerciale, mentre chi viene da altri comuni della Sardegna o dall’Italia rischia di restare escluso.

Tutto legittimo (chissà fino a che punto) sul piano pratico, ma provocatorio sul piano dei principi: è corretto creare percorsi privilegiati sulla base della residenza?

Quando la parità di trattamento diventa un optional.

Il dibattito si sposta inevitabilmente sul piano politico e giuridico. I cittadini che non risiedono a Elmas hanno diritto a partecipare alle stesse opportunità? L’iniziativa del Comune solleva il rischio di discriminare chi vive fuori dal confine comunale, pur essendo ugualmente qualificato.

I consiglieri del centrosinistra sardo, che spesso richiamano principi di equità e diritto, dovrebbero forse interrogarsi: la parità di accesso al lavoro vale solo quando fa comodo o per tutti?

Opportunità per pochi o per tutti?

Nei prossimi mesi saranno resi noti i dettagli delle giornate di recruiting e delle attività formative. L’obiettivo dichiarato è coinvolgere la popolazione locale e valorizzare le competenze. Ma la domanda resta: questa “priorità” locale è sviluppo o rappresenta la solita esclusione di fatto operata dall’apparato politico-burocratico locale?

Il rischio è evidente.