Eritrea. Persecuzioni verso i cristiani, Villalba: “Arrestati 150 cristiani negli ultimi mesi”

Non si arrestano le persecuzioni verso i cristiani in Eritrea, Paese africano governato dal 1993 dal dittatore Isaias Afwerki. Violenze denunciate dall’eurodeputato spagnolo del gruppo dei  Conservatori e Riformisti europei ,Jorge Buxade Villalba: “Il governo dell’Eritrea ha arrestato più di centocinquanta cristiani negli ultimi mesi. Molti altri sono stati invitati a rinunciare alla propria fede davanti a un tribunale. Lo scorso luglio il governo del presidente Afwerki ha chiuso ventuno ospedali gestiti da missioni cattoliche perché considerati nemici del Paese, nonostante svolgessero un significativo servizio medico per centosettantamila persone all’anno”.

Numerose le violenze subite dalla minoranza cristiana nel corso degli ultimi anni per Villalba: “Non è la prima volta durante la dittatura di Isaias Afwerki, che si sono verificate violazioni dei diritti umani. Nel 2015 un panel delle Nazioni Unite ha stilato un elenco di violazioni sistematiche dei diritti dei cristiani. La stessa Amnesty International, ancora, ha dichiarato che negli ultimi anni sono circa diecimila i prigionieri politici detenuti senza giustificato motivo”.

LEGGI ANCHE:  Conferenza sul futuro dell'Europa. Il Comitato esecutivo approva il regolamento interno.

L’eurodeputato ha chiesto alla Commissione di conoscere le misure dell’Unione per porre fine alla persecuzione della minoranza cristiana nel Paese e, inoltre, l’entità degli aiuti economici destinati al regime eritreo.

Isaias AfwerkiPer la Commissione è intervenuto l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “Siamo preoccupati per il rispetto dei diritti umani da parte dell’Eritrea. Stiamo dialogando con il governo africano per riportare la tutela dei diritti umani in linea con gli standard internazionali. Il rispetto dei diritti umani, compresa la libertà di religione e di credo, è un punto costante all’ordine del giorno del dialogo politico. Nel maggio 2019 il rappresentante speciale dell’UE per i diritti umani, Eamon Gilmore, è diventato il primo rappresentante internazionale a visitare il Paese e incontrare il consigliere del presidente Isaias Afwerki. Nel quadro del processo di revisione periodica universale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, l’Eritrea ha accettato 131 raccomandazioni da attuare nei prossimi due anni. Nel 2013 il Consiglio dell’UE ha adottato gli orientamenti per la promozione e la protezione della libertà di religione o di credo con un forte impegno a promuovere la libertà di religione nelle relazioni esterne dell’UE”.

LEGGI ANCHE:  Relazione Eurydice: promuovere la diversità e l'inclusione nelle scuole europee.

L’alto rappresentante catalano è poi intervenuto circa l’entità degli aiuti economici sostenuti dall’Unione Europea in Eritrea: “Nel marzo 2019 il comitato del Fondo europeo di sviluppo ha convenuto di trasferire 180 milioni di euro per l’Eritrea al fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa. L’UE è impegnata a sostenere lo sviluppo socioeconomico dell’Eritrea e della sua popolazione. Ciò avviene attraverso progetti realizzati in particolare dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di progetto e dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Le aree di intervento finora includono il ripristino della strada per collegare meglio l’Etiopia e l’Eritrea, sostenere la creazione di posti di lavoro nel settore agricolo, rafforzare i sistemi statistici e macroeconomici nazionali. Lo sviluppo socioeconomico e la creazione di posti di lavoro sono fondamentali per migliorare i diritti umani in Eritrea”.

LEGGI ANCHE:  Insularità, Lefteris Christoforou: "Serve una strategia europea integrata".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.