Energia nucleare: investimenti fino al 2050 in contrasto con la tassonomia verde Ue.
Una nuova interrogazione parlamentare (l’ennesima) solleva dubbi sulla coerenza tra la strategia di lungo periodo dell’UE sull’energia nucleare e la sua classificazione nella tassonomia verde. A firmarla sono stati gli eurodeputati César Luena e Nicolás González Casares (S&D), intervenuti per chiedere chiarimenti alla Commissione Europea in merito all’ottavo Programma Indicativo Nucleare (PINC), presentato lo scorso 13 giugno.
Un piano che prevede investimenti per circa 241 miliardi di euro entro il 2050, destinati sia al prolungamento della vita operativa dei reattori esistenti sia alla costruzione di nuove centrali nucleari su larga scala.
Secondo i firmatari, questo orientamento risulterebbe in contrasto con la classificazione attuale dell’energia nucleare nella tassonomia verde dell’UE, dove essa è definita un’attività “transitoria”, cioè non pienamente sostenibile. La sua inclusione è consentita solo in presenza di rigidi requisiti in materia di sicurezza, gestione delle scorie e riduzione delle emissioni. La tassonomia considera il nucleare come una soluzione provvisoria, utile nel periodo di transizione verso fonti rinnovabili più pulite.
Ovvia, dunque, la richiesta nel merito della coerenza di un così importante investimento in una fonte energetica (quella nucleare) considerata solo transitoria dalla Commissione UE e, inoltre, delle garanzie affinchè tali investimenti non distolgano risorse agli stanziamenti per le tecnologie rinnovabili.
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