Europa

È morto Dick Cheney, la mente strategica dietro le guerre dell’amministrazione Bush Jr.

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney è morto all’età di 84 anni. L’annuncio è stato dato dalla famiglia e rilanciato dai media americani, tra cui la Cnn.

Cheney è stato uno dei protagonisti della politica statunitense degli ultimi decenni. Al fianco del presidente George W. Bush per due mandati, dal 2001 al 2009, ha esercitato un’influenza decisiva sulle scelte della Casa Bianca, in particolare in politica estera e sicurezza nazionale, nel periodo segnato dagli attentati dell’11 settembre e dalle guerre in Afghanistan e Iraq.

Considerato a lungo un simbolo del conservatorismo repubblicano più duro, negli ultimi anni Cheney era stato di fatto emarginato dal suo partito per le posizioni fortemente critiche nei confronti di Donald Trump, che aveva definito “un codardo” e “la più grande minaccia alla repubblica nella storia moderna”.

Negli anni della “war on terror”, i democratici lo soprannominarono “Darth Vader”. Una metafora cinematografica che, nel clima politico di allora, sembrava aderire perfettamente all’immagine di Dick Cheney: l’uomo ritenuto il vero regista delle guerre in Afghanistan e Iraq, la mente strategica dietro alcune delle scelte più controverse dell’amministrazione Bush.

Vicepresidente ombra, più influente di molti presidenti, Cheney fu percepito come il politico capace di usare e piegare il concetto di democrazia a fini strategici, interpretando la lotta al terrorismo con una rigidità e una visione del potere che segnarono un’intera stagione della politica americana.

Con la sua scomparsa, se ne va una delle figure più controverse e influenti dell’establishment politico americano del dopoguerra.

foto dcandau da Pixabay.com