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Divario digitale: 2,6 miliardi di persone ancora senza accesso a Internet.

L’era dell’intelligenza artificiale, del cloud computing e delle tecnologie avanzate potrebbe sembrare un’opportunità universale, ma per ben 2,6 miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale, il futuro digitale è ancora un miraggio. Secondo l’ultimo rapporto realizzato da ISPI e Deloitte, la situazione è particolarmente drammatica nei Paesi a basso reddito, dove solo il 27% della popolazione ha accesso a Internet. Nei Paesi a medio-basso reddito, la percentuale sale al 53%, ma anche qui ampie fasce restano escluse dai servizi online di base, creando disuguaglianze interne tra aree urbane e rurali.

Le giovani donne risultano le più vulnerabili: in molte nazioni a basso reddito, il 90% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni è ancora senza connessione. Una situazione che non solo le priva di opportunità educative e lavorative, ma che amplifica anche le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro, specialmente nei settori tecnologici e nell’intelligenza artificiale.

Questa “esclusione digitale” non è solo un problema sociale, ma ha anche un forte impatto economico. Lo studio mette in luce che l’accesso a Internet e ai servizi digitali è fondamentale per la crescita economica e l’attrazione di investimenti. Ad esempio, secondo la Banca Mondiale, un aumento del 10% nella penetrazione della banda larga mobile può stimolare un incremento del PIL pro capite dell’1,5-1,6%. Al contrario, la mancanza di servizi finanziari digitali ostacola l’accesso al credito per milioni di piccoli imprenditori nei Paesi in via di sviluppo, con una previsione di rallentamento della crescita economica del 20-33% nei prossimi anni.

Il gap digitale ha effetti anche sulla capacità dei Paesi di adottare tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale. L’AI Preparedness Index del Fondo Monetario Internazionale mostra che le economie avanzate ottengono un punteggio medio di 0,68, più del doppio rispetto ai Paesi a basso reddito (0,32). Questo divario nell’accesso alle tecnologie non solo rallenta l’adozione dell’IA, ma limita anche la formazione di capitale umano nelle aree più povere, escludendo milioni di persone dalle nuove opportunità di lavoro.

L’impatto di questa esclusione è particolarmente evidente tra i giovani e le donne, che rappresentano i gruppi più vulnerabili alla carenza di competenze digitali. Nel contesto di un’economia in rapida evoluzione, il 60% della forza lavoro avrà bisogno di riqualificazione entro il 2030, ma milioni di giovani, e in particolare le giovani donne, rischiano di rimanere indietro. Con il 90% delle adolescenti nei Paesi a basso reddito senza accesso a Internet, il loro potenziale in termini di acquisizione di competenze digitali è inferiore del 35% rispetto ai coetanei maschi.

Foto di Karolina Grabowska da Pixabay.com