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Disparità gerarchiche nelle figure chiave contro razzismo e odio: il caso delle coordinatrici della Commissione Europea.

La recente comunicazione congiunta della Commissione Europea e dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, intitolata “Nessuno spazio per l’odio in un’Europa che, unita, lo ripudia”, ha definito un piano strategico per combattere il razzismo e l’odio in tutte le sue forme. Tuttavia, la decisione della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha sollevato alcune preoccupazioni riguardo alla disparità di trattamento tra le coordinatrici impegnate nella lotta contro l’antisemitismo, l’odio antislamico e il razzismo.

Secondo la comunicazione, le tre coordinatrici, rispettivamente per la lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica, contro l’odio antislamico, e contro il razzismo, sono tutte designate come “invitate”, con il compito di promuovere politiche finanziate dall’UE per combattere queste forme di odio. Tuttavia, un dettaglio dell’organizzazione amministrativa ha sollevato dubbi: mentre le coordinatrici impegnate nelle prime due aree sono assegnate al Segretariato generale della Commissione, che lavora direttamente con la Presidente, la coordinatrice per il razzismo è relegata a una posizione presso la Direzione Generale della Giustizia e dei Consumatori. Questo divario gerarchico ha suscitato preoccupazioni, in particolare per la coordinatrice antirazzismo, l’unica figura proveniente da una minoranza razzializzata.

Da qui la richiesta di chiarimenti su come la Commissione intenda garantire una parità di trattamento tra tutte le forme di razzismo, considerando le disparità gerarchiche tra le diverse coordinatrici. Le interrogazioni hanno inoltre posto la domanda sulla ragione per cui la coordinatrice antirazzismo sia stata esclusa dall’organigramma del Segretariato Generale e se tale esclusione possa compromettere una strategia efficace nella lotta al razzismo.

La stessa Ursula von der Leyen, rispondendo alle preoccupazioni sollevate, ha riaffermato l’impegno dell’UE nella lotta contro il razzismo, come parte centrale degli orientamenti politici 2024-2029. Secondo la Commissione, la lotta contro il razzismo continua ad essere una priorità fondamentale, e sarà rafforzata tramite la nuova strategia dell’UE contro il razzismo che sarà tra le iniziative principali del periodo.

Per quanto riguarda la struttura amministrativa, la Commissione ha sottolineato che spetta a ciascuna istituzione definire la propria organizzazione interna. Sebbene le coordinatrici per l’antisemitismo e l’odio antislamico siano integrate nel Segretariato Generale, la coordinatrice antirazzismo rimane nella Direzione Generale della Giustizia, ma lavorerà in stretta collaborazione con tutti i servizi competenti. Questo modello permette di mantenere l’integrazione del razzismo nella politica complessiva per l’uguaglianza, mentre garantisce una coordinazione trasversale delle politiche interconfessionali e la promozione di un ambiente sicuro per tutte le comunità, comprese quelle ebraiche e musulmane.

Nonostante la posizione di coordinamento separata della coordinatrice antirazzismo, la Commissione ha confermato che la lotta al razzismo rimarrà pienamente integrata nelle politiche di uguaglianza, sotto la guida della commissaria per la Parità. La Commissione ha anche sottolineato l’impegno per la parità dei diritti e l’inclusione dei Rom, come parte della strategia complessiva di contrasto a tutte le forme di razzismo. L’Europa, quindi, continua a considerare la lotta contro il razzismo una delle sue priorità politiche, ma la disparità di trattamento gerarchica tra le coordinatrici potrebbe richiedere ulteriori riflessioni sul miglioramento della coordinazione amministrativa per garantire una strategia unitaria ed efficace contro tutte le forme di discriminazione.

foto Pilipphe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC – Audiovisual Service