Diritti e sicurezza, Ghirra: “Salvini plachi la sua furia e dia risposte a chi fa uso di cannabis terapeutica”.
Sicurezza e diritti. Un binomio spesso difficile da bilanciare specialmente in presenza di patologie croniche, come ricorda l’articolo 187 del nuovo Codice della strada, sulla guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Disposizione normativa, evidenzia oggi l’esponente parlamentare Francesca Ghirra, che rappresenta uno dei punti più contestati dalle associazioni di pazienti perché prevede la configurazione del reato e delle relative sanzioni quando si rileva la positività alle sostanze indicate e non più anche lo stato di alterazione psico-fisica.
“Il nuovo testo – chiosa la Ghirra – non prevede misure specifiche per chi assume fitocannabinoidi o altre sostanze psicotrope a scopo medico, nonostante la cannabis a uso medico venga prodotta in Italia in conformità alle direttive europee in materia di medicinali, sulla base di un processo produttivo autorizzato dall’AIFA; la distribuzione sia autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis, attivo presso il Ministero della salute e che quella medica si differenzi dalla cannabis a scopo ludico perché certificata sulla scorta di rigorosi standard botanici e farmacologici”.
Premesse funzionali per alimentare la polemica politica verso l’Esecutivo Meloni: “Abbiamo provato in tutti i modi a far capire a Salvini che le modifiche all’art. 187 del codice della strada avrebbero creato problemi a chi fa uso di cannabis a scopo terapeutico, ma non c’è stato nulla da fare. Le nuove disposizioni certificano la furia ideologica del ministro, che pensando di punire gli “sballoni” penalizza tanti malati, senza peraltro garantire la sicurezza sulle nostre strade”.
Una circostanza di fatto che penalizza, secondo la deputata sarda, chi fa uso di cannabis terapeutica che, secondo le disposizioni di legge, rischia il ritiro della patente: “Questa situazione limita enormemente la libertà personale e di movimento, ponendo i pazienti davanti alla scelta di rinunciare alla guida o alle cure con fitocannabinoidi, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla qualità della vita”.
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