Dieci anni dalla condanna all’ergastolo per Ilham Tohti, Borrell: “Cina rispetti i diritti umani”.

Dieci anni fa, il 23 settembre 2014, l’economista e attivista per i diritti umani uiguro Ilham Tohti veniva condannato dalle autorità cinesi alla pena dell’ergastolo per presunte accuse legate al separatismo. Per oltre due decenni, ha ricordato oggi l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ha lavorato instancabilmente per “promuovere il dialogo e la comprensione tra uiguri e cinesi Han”.

Attività premiata dall’Ue nel 2019 con il conferimento del Premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero. Premio che ha perso indubbiamente il proprio valore intrinseco, vista la recente risoluzione non vincolante approvata dal Parlamento europeo per rimuovere le restrizioni all’utilizzo delle armi a lungo raggio in Russia. Atto, scarsamente democratico e, soprattutto, inutile vista la contrarietà dimostrata dalla Germania e da altri Paesi Ue.

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Questioni di coerenza a parte, l’Alto rappresentante ha poi stigmatizzato l’azione persecutoria della Cina verso il Premio Sakharov, ribadendo la richiesta per il rilascio immediato e incondizionato di Tohti: “La prigionia di Ilham Tohti è rappresentativa della situazione profondamente preoccupante dei diritti umani nello Xinjiang, evidenziata in numerosi rapporti degli Organismi dei Trattati delle Nazioni Unite e dei Relatori speciali, e in particolare nel rapporto di valutazione del 2022 dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. L’UE ha ripetutamente invitato il governo cinese a rispettare, proteggere e soddisfare i diritti umani per tutti, compresi gli uiguri, i tibetani e le persone appartenenti a gruppi e minoranze nazionali o etniche, linguistiche e religiose in Cina”.

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