Sardegna

Denatalità, Fondazione Magna Grecia: “Il calo delle nascite è un fatto culturale, non solo economico”.

La denatalità in Italia non è solo il risultato di condizioni economiche sfavorevoli, ma riflette una trasformazione profonda di valori, stili di vita e modelli culturali. È quanto emerge dalla nuova ricerca presentata dalla Fondazione Magna Grecia, che ha annunciato la nascita dell’Osservatorio permanente su denatalità, sostenibilità intergenerazionale e longevità, nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Presidenza del Consiglio, alla presenza della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella.

Nel 2024, secondo i dati Istat aggiornati a marzo 2025, in Italia sono nati solo 370mila bambini, il 2,6% in meno rispetto al 2023, toccando un minimo storico di fecondità: 1,18 figli per donna. Ma la novità, spiega la Fondazione, è che le cause della denatalità non si esauriscono nei vincoli economici: “Entrano in gioco fattori culturali, relazionali e sociali che meritano di essere compresi per poter affrontare il futuro in modo costruttivo”, ha dichiarato Nino Foti, presidente della Fondazione.

Secondo lo studio, il desiderio di avere figli è ancora forte (lo dichiara il 59,4% dei giovani), ma la realizzazione concreta di questo progetto dipende in gran parte dal sostegno della famiglia d’origine. “Per fare famiglia, ci vuole famiglia” è uno dei concetti chiave emersi: i giovani tendono a rimandare la genitorialità se non possono contare su un “paracadute” familiare, a causa della debolezza delle reti di supporto esterne e della sfiducia verso il welfare. Però, poi si sostiene che l problema della natalità non è solo economico… vai a capirli i promotori di questo osservatorio!

Dallo studio, poi, emerge una visione nuova: fare figli non è più un destino biologico o sociale, ma un progetto ponderato. Il 46,4% dei giovani che desiderano diventare genitori lo fa per una forte motivazione personale e giudica negativamente chi lo fa senza condizioni adeguate. Tra i principali ostacoli: la ricerca di stabilità economica (49,5%), un lavoro soddisfacente (33,4%), una relazione solida (38,4%) e il tempo personale (33,6%).

Quindi, per i promotori della ricerca, il problema della denatalità non è solo economico… eppure, per concludere, in una società dove i servizi per le famiglie sono sempre meno accessibili (partendo dagli asili nido, fino ad arrivare al caro libri) e dove, per effetto del fenomeno del turismo delle seconde case, gli immobili sono sempre meno “affordable” per le giovani coppie “senza garanti e risorse proprie”, parlare di “motivazioni culturali” equivale ad offendere i giovani adulti italiani.

foto LRCL da Pixabay.com