Decreto Flussi 2026–2028. Sì a quasi 500mila ingressi di lavoratori stranieri. Ennesimo via libera alla “sostituzione etnica” dal Governo di centrodestra?
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, il Decreto Flussi 2026–2028, il provvedimento che definisce la programmazione degli ingressi regolari in Italia di cittadini non comunitari per motivi di lavoro. A proporlo, una cabina di regia ampia che ha coinvolto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri competenti: Matteo Piantedosi (Interno), Marina Calderone (Lavoro), Antonio Tajani (Esteri), Daniela Santanchè e Francesco Lollobrigida (Agricoltura), quello che due anni fa affermava che l’Italia non può arrendersi “all’idea della sostituzione etnica” e che “gli italiani fanno meno figli, li sostituiamo con qualcun altro”.
Il decreto stabilisce una quota complessiva di 497.550 ingressi autorizzati nel triennio, con una prima tranche di 164.850 unità già previste per il 2026. I numeri sono suddivisi in due grandi canali: lavoro subordinato non stagionale e autonomo: 230.550 posti; lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico: 267.000 posti. Comparto dove, ad oggi, sono otre un milione (un terzo sono gli stranieri) i lavoratori impiegati nelle circa 185.000 aziende agricole italiane.
La pianificazione è stata costruita sulla base delle richieste delle imprese e delle parti sociali, ma anche tenendo conto delle domande di nulla osta pervenute negli anni precedenti, in modo da garantire una programmazione aderente ai reali fabbisogni produttivi del Paese.
Il decreto, secondo quanto dichiarato dal Governo, punta a garantire un’immigrazione legale, ordinata e funzionale al fabbisogno economico, offrendo canali d’ingresso regolari per contrastare l’irregolarità, il lavoro nero e il caporalato. In questo senso, è prevista anche una graduale revisione del meccanismo del “click day”, con l’obiettivo di rendere il sistema più flessibile e accessibile, soprattutto per le imprese agricole e turistiche.
Nel frattempo, però, per i giovani italiani si continua a non fare programmazione, a mettere risorse importanti per contrastare l’esclusione sociale e sostenere l’occupazione giovanile. Insomma, i soliti paradossi del centrodestra italiano.
Accolta con favore dalle associazioni di categoria, in particolare da Coldiretti, la nuova pianificazione rappresenta per il comparto agricolo “un cambio di passo importante”. Grazie al nuovo decreto, 47mila lavoratori stagionali agricoli saranno gestiti direttamente dalle organizzazioni agricole, facilitando l’incontro tra domanda e offerta e riducendo i ritardi nella concessione dei nulla osta che spesso arrivavano a raccolta conclusa.
Ma la novità più rilevante, secondo Coldiretti, è l’effetto deterrente sui circuiti dell’illegalità. La gestione trasparente dei flussi contribuisce infatti a limitare l’influenza delle reti criminali internazionali, in particolare quelle legate al caporalato transnazionale, evidenziato nel più recente Rapporto sui crimini agroalimentari redatto insieme a Eurispes e alla Fondazione Osservatorio Agromafie.
Ma l’efficacia della misura si misurerà, nei prossimi mesi, sulla sua concreta attuazione, in particolare sulla tempistica dei nulla osta, sulla semplificazione delle procedure e sulla capacità di coinvolgere efficacemente i Paesi d’origine. E, si sà, la burocrazia italiana fa spesso acqua da tutte le parti.
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