Criticano l’esercito israeliano, bufera politica e giudiziaria su Bob Vylan e Kneecap: revocati i visti per gli Stati Uniti al duo punk-rap britannico.
Le performance di Bob Vylan e Kneecap sul palco del Glastonbury Festival si trasformano in un caso politico e giudiziario di portata internazionale. La polizia di Avon e Somerset ha infatti aperto un’inchiesta penale per verificare se durante i concerti dei due gruppi siano stati commessi reati di ordine pubblico o incitamento all’odio.
A finire nel mirino, in particolare, è stato Pascal Robinson-Foster, voce del duo britannico Bob Vylan, che durante la sua esibizione ha scandito dal palco: “Death, death to the IDF [Israeli Defense Forces]” (“morte, morte all’IDF”), davanti a migliaia di spettatori e in diretta sulla BBC. Un episodio definito “antisemita” e “inaccettabile” dall’emittente pubblica, che ha riconosciuto di aver sbagliato a non interrompere immediatamente la trasmissione.
Il governo britannico è intervenuto con toni duri. La ministra della Cultura Lisa Nandy ha parlato in Parlamento definendo la scena “scioccante”, e ha chiesto chiarimenti alla BBC sulla gestione dell’evento. “Quando la sicurezza delle persone è in gioco, e la TV pubblica fallisce nel rispettare i propri standard editoriali, il governo ha il dovere di intervenire”, ha detto.
Alla polemica britannica si è aggiunto anche il governo americano. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato la revoca dei visti per i membri di Bob Vylan, che erano attesi per un tour negli USA a partire da ottobre. Il vice segretario di Stato Christopher Landau, via X, ha dichiarato: “Gli stranieri che glorificano odio e violenza non sono i benvenuti nel nostro Paese”. Dichiarazioni interessanti per un esponente di un Paese che, nella più totale segretezza, fa partire bombardieri per attaccare un Paese sovrano e in barba alle norme del diritto internazionale.
Dal canto suo, Bobby Vylan ha pubblicato sui social un video in cui accusa la politica britannica di ipocrisia e rivendica la propria posizione: “Chiedere la fine del massacro degli innocenti non è mai sbagliato. Questo non è un attacco agli israeliani, ma una critica a un esercito. Politici, vergognatevi delle vostre alleanze”.
Per ora, le autorità britanniche hanno classificato l’indagine come “incidente di ordine pubblico”, ma non escludono l’ipotesi di reati legati all’odio o all’istigazione alla violenza. Le indagini sono solo all’inizio, ma la vicenda promette di avere ramificazioni internazionali – artistiche, legali e politiche – ben oltre i confini del festival.
Di questi tempi, si rischia di meno attaccando altre nazioni sovrane in barba alle norme del diritto internazionale che con una performance “politicamente scorretta”.
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