Crisi della filiera automotive, Mara Bizzotto: “70mila posti di lavoro a rischio”. Nicolas Schmit: “Mobilitata quantità di risorse senza precedenti”.

La filiera dell’automotive italiano, come denunciato dalle imprese e associazioni di categoria, sta attraversando una gravissima crisi per la concatenazione di diversi problemi che l’hanno colpito l’Italia negli ultimi 2 anni. Partendo dall’impatto dei lockdown legati alla pandemia e passando per la scarsità di rifornimenti dei microchip fabbricati in Asia e il caro prezzi delle materie prime e dell’energia, il settore sta vivendo la più importante crisi degli decenni.

Considerato che la filiera dell’automotive è un’industria fondamentale per l’economia italiana e preso atto che l’attuale crisi del comparto automotive mette a rischio 70mila posti di lavoro in Italia, l’eurodeputata del gruppo ID, Mara Bizzotto, ha chiesto alla Commissione europea se saranno previsti fondi straordinari per le imprese italiane data “la forte instabilità del mercato e il calo del fatturato dell’automotive del 24% rispetto al 2019”.

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Per la Commissione Nicolas Schmit recentemente ha dichiarato che l’industria automobilistica ricopre un’importanza fondamentale per l’economia europea: “L’UE fornisce finanziamenti per l’occupazione e sostegno alle imprese attraverso il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo sociale europeo Plus, i principali strumenti dell’UE per investire nelle persone. Per informazioni sulle possibilità offerte dal FSE e dal FSE+ ci si può rivolgere all’autorità di gestione. Per attenuare l’impatto della pandemia di COVID-19 l’UE ha inoltre mobilitato una quantità senza precedenti di risorse attraverso misure quali le iniziative di investimento in risposta al Coronavirus (CRII, e CRII+ e SURE)”.

Nel frattempo, nell’ultimo mese, il mercato dell’auto italiano ha registrato un nuovo calo del 33%: un 44,4% in meno dei livelli pre Covid del 2019. Settore dove a più riprese è stato evidenziato il ritardo nell’erogazione degli incentivi

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