Crescita dell’età media in Europa: salute e fattori socio-demografici.
L’Europa sta vivendo una trasformazione demografica senza precedenti: la popolazione invecchia rapidamente, portando con sé nuove sfide per i sistemi sociali, sanitari e di sicurezza sociale. Tuttavia, non basta più guardare alla speranza di vita per capire l’impatto dell’invecchiamento. Ora l’attenzione si sposta sulla “speranza di vita in buona salute” (HLE), per valutare non solo quanto si vive, ma quanto si vive bene, con particolare attenzione alle disuguaglianze sociali.
Un recente studio esplora la complessa relazione tra condizioni di salute e fattori socio-demografici, mettendo in luce le fasce più vulnerabili della popolazione europea, per offrire strumenti utili ai decisori politici.
Il primo passo per affrontare le disuguaglianze di salute è una diagnosi accurata. L’obiettivo è monitorare costantemente le disparità tra i Paesi e all’interno degli stessi, con l’intento di prevenirle o almeno ridurle.
Tra le proposte chiave la riduzione delle disuguaglianze di salute, basato sui dati Eurostat, la definizione di obiettivi temporali condivisi per migliorare la speranza di vita in buona salute, la pubblicazione di rapporti annuali sulle disuguaglianze sanitarie per monitorare i progressi, investimenti nella prevenzione e cura precoce di malattie neurodegenerative, cardiovascolari e tumori, con un’attenzione speciale ai gruppi socioeconomici svantaggiati.
Questa strategia non solo migliorerebbe la salute generale della popolazione, ma alleggerirebbe anche il peso sui sistemi sanitari, aumentando la produttività e riducendo l’assenteismo.
Il secondo approccio si concentra sui gruppi più a rischio: persone con basso reddito, basso livello di istruzione, donne, anziani soli o con condizioni di salute precarie.
Lo studio evidenzia come, ad esempio, le donne anziane con basso livello di istruzione soffrano maggiormente una qualità di vita inferiore, con difficoltà di accesso a cure adeguate, specialmente in fase terminale.
Infine, è fondamentale migliorare gli strumenti di misurazione della salute pubblica. L’attuale indicatore di “speranza di vita in buona salute” (HLY) presenta limiti metodologici che ne compromettono l’affidabilità.
Si propone di semplificare le domande utilizzate nei sondaggi per ridurre ambiguità e migliorare la comparabilità tra Paesi. Ad esempio, una domanda binaria come “Sei limitato nelle attività quotidiane a causa della tua salute? (sì/no)” potrebbe garantire dati più precisi e utili per valutare l’efficacia delle politiche sanitarie.
Questa revisione è già stata adottata da alcuni Stati membri e potrebbe diventare uno standard a livello europeo, migliorando così il monitoraggio e la valutazione delle politiche di invecchiamento attivo.
L’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale: garantire che l’invecchiamento della popolazione non si traduca in un aumento delle disuguaglianze sociali e sanitarie. Monitoraggio costante, interventi mirati ai più vulnerabili e strumenti di misurazione più affidabili rappresentano le strategie chiave per promuovere un invecchiamento sano, migliorando la qualità della vita degli anziani e la sostenibilità dei sistemi sociali e sanitari