COVID-19: la Commissione UE ammette finanziamenti indiretti al laboratorio di Wuhan.
Torna sotto i riflettori l’origine della pandemia da COVID-19, dopo che nuovi report di intelligence statunitensi e tedeschi hanno riacceso l’ipotesi di una fuga accidentale del virus da un laboratorio cinese di Wuhan. A sollevare la questione a livello europeo è stata l’eurodeputata Christine Anderson (ESN) per la quale il servizio segreto tedesco (BND) avrebbe stimato già nel 2020 un’80-90% di probabilità che il virus sia uscito per errore dal laboratorio e che secondo un rapporto del Congresso americano del 2024 il virus sarebbe “probabilmente emerso” a seguito di un incidente di laboratorio, come il gain-of-function, che sarebbe stata finanziata anche dal National Institutes of Health (NIH) americano presso l’Istituto di virologia di Wuhan (WIV).
A nome dell’esecutivo europeo, la commissaria Ekaterina Zaharieva ha precisato che “nessuna autorità nazionale o europea ha trasmesso informazioni di intelligence che confermino l’origine in laboratorio del SARS-CoV-2“. L’UE, ha aggiunto, continua a seguire le conclusioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui la trasmissione zoonotica resta l’ipotesi più probabile, mentre quella da laboratorio è considerata “estremamente improbabile”.
Tuttavia, la Commissione ha ammesso che, prima della pandemia, due progetti finanziati tramite i programmi europei di ricerca e innovazione hanno coinvolto anche il laboratorio di Wuhan, riconosciuto a livello internazionale per le sue competenze nel campo della virologia.
L’esponente della Commissione ha poi assicurato che tutta la ricerca finanziata dall’UE, compresa quella su virus ad alto rischio o potenzialmente dual-use, è soggetta a rigorosi controlli etici e di sicurezza, inclusa la valutazione da parte del Security Scrutiny Group prima dell’approvazione dei fondi. Inoltre, è prevista la pubblicazione in open access dei risultati e un monitoraggio costante fino alla conclusione dei progetti.