Corte dei conti europea: “Persistono errori nella spesa dell’UE, cresce l’onere del debito”.
Il livello di errore nella spesa del bilancio dell’Unione Europea è diminuito rispetto all’anno precedente, ma resta fonte di preoccupazione. È quanto emerge dalla Relazione annuale della Corte dei conti europea, pubblicata oggi.
Gli auditor dell’istituzione sottolineano inoltre i rischi connessi all’aumento del debito derivante dai prestiti contratti dall’UE, e le possibili implicazioni per i bilanci futuri. Alla vigilia delle discussioni sul prossimo quadro finanziario pluriennale, che entrerà in vigore nel 2028, la Corte invita a rafforzare la trasparenza, la rendicontabilità e la valutazione della performance.
Conti UE “fedeli”, ma persistono criticità nei dazi e nelle spese.
La Corte certifica che i conti dell’UE per il 2024 offrono un’“immagine fedele e veritiera” della situazione finanziaria, e che le entrate non presentano errori significativi. Restano però problemi nei dazi doganali, con importatori che rischiano di dichiarare importi in modo errato o incompleto.
Il livello di errore stimato nella spesa si attesta al 3,6%, in calo rispetto al 5,6% del 2023. Tuttavia, gli auditor segnalano irregolarità anche in una parte dei 59,9 miliardi di euro spesi nell’ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), pilastro del programma NextGenerationEU. Le irregolarità finanziarie, secondo la Corte, sono in aumento.
“Sebbene la riduzione del livello di errore rappresenti un passo avanti, vi sono ancora troppe irregolarità nella spesa dell’UE”, ha dichiarato Tony Murphy, membro della Corte. “Le debolezze nei meccanismi di controllo e rendicontazione devono essere affrontate per garantire la sostenibilità dei bilanci futuri”.
Sesto anno consecutivo di giudizio negativo sulla spesa UE.
Per il sesto anno consecutivo, la Corte dei conti europea ha espresso un giudizio di audit negativo sulla spesa del bilancio dell’UE, ritenendo il livello di errore “rilevante e pervasivo”.
Gran parte delle irregolarità è legata ai pagamenti nel quadro della politica di coesione, dove il tasso di errore è stato pari al 5,7% nel 2024 (contro il 9,3% del 2023). Gli errori più frequenti riguardano costi non ammissibili, progetti fuori dai criteri e violazioni delle norme sugli appalti pubblici.
Per la prima volta dal 2016, la Corte ha anche stimato il livello di errore per i fondi destinati al sostegno a regioni e Paesi extra-UE.
Piani di ripresa e resilienza: giudizio “con rilievi” per irregolarità e carenze di controllo.
Il 2024 è stato il quarto anno di attuazione del Recovery and Resilience Facility (RRF). Nell’ambito di questo strumento, i fondi vengono erogati agli Stati membri solo al raggiungimento di obiettivi e traguardi predefiniti.
Su 28 pagamenti effettuati nel 2024, per un valore complessivo di 59,9 miliardi di euro, sei non rispettavano le condizioni previste. Inoltre, in attesa di una decisione della Corte di giustizia dell’UE, gli auditor non hanno potuto verificare il pieno conseguimento di due traguardi legati a riforme giudiziarie in uno Stato membro.
La Corte ha quindi espresso un giudizio con rilievi sull’RRF, citando debolezze nella definizione dei traguardi, dati poco affidabili forniti dagli Stati membri e mancanza di tracciabilità dei pagamenti. Gli auditor raccomandano di usare modelli di spesa simili solo se accompagnati da responsabilità chiare, obiettivi misurabili e collegamenti diretti tra fondi e risultati.
Debito in crescita: rischio per i futuri bilanci dell’Unione.
La Corte richiama infine l’attenzione sull’aumento dell’onere del debito europeo. Entro il 2027, i prestiti in essere dell’UE potrebbero superare i 900 miliardi di euro, quasi dieci volte il livello precedente al lancio del NextGenerationEU nel 2020.
Le spese per interessi del programma NGEU, stimate inizialmente in 14,9 miliardi di euro, potrebbero ora superare i 30 miliardi nel periodo di bilancio attuale, e raggiungere 74 miliardi tra il 2028 e il 2034.
La Corte avverte che, per garantire la sostenibilità finanziaria, sarà essenziale monitorare l’impatto dei prestiti, rafforzare le garanzie e assicurare risorse adeguate all’attuazione dei programmi UE.
Il contesto dell’audit annuale.
Ogni anno, la Corte dei conti europea valuta entrate e spese dell’Unione per verificare l’affidabilità dei conti e la conformità delle operazioni alle norme. Il livello di errore stimato viene confrontato con una soglia del 2%, oltre la quale le spese sono considerate “rilevanti”.
La Corte precisa che tale indicatore non misura frodi o sprechi, ma rappresenta la quota di risorse utilizzate in modo non conforme alle regole europee o nazionali. Nel 2024 sono stati comunque individuati 19 casi di sospetta frode, segnalati alle autorità competenti dell’UE.
Un giudizio “negativo” indica che le irregolarità sono estese, mentre un giudizio “con rilievi” riflette criticità localizzate ma non pervasive.
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