Coronabond. Sempre più lontane le posizioni con la Commissione von der Leyen.

Chi sperava in un ricongiungimento dopo lo strappo del Consiglio Europeo di giovedì, deve essere rimasto deluso con le nuove dichiarazioni della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha definito i coronabond “Uno slogan, ci sono chiari limiti legali, non è questo il piano, non stiamo lavorando a questo”, escludendo, così, l’introduzione di uno strumento di debito comune a beneficio di tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia.

Insomma il blocco dei Paesi membri, capitanato dall’asse Merkel-Rutte (Austria, Finlandia, Germania e Olanda) che non vogliono condividere il rischio degli Stati più indebitati fa presagire scenari cupi per il proseguimento del sogno europeo.

In risposta alle ultime dichiarazioni di Ursula von der Leyen, il Primo ministro italiano, Giuseppe Conte, ha scelto la strada dell’assertività: “Non passerò alla storia come chi non ha fatto nulla. Mi batterò fino all’ultima goccia di sudore, fino all’ultimo grammo di energia per ottenere una risposta europea, forte, vigorosa e coesa”, sottolineando, inoltre, a proposito delle parole della von der Leyen che “Il compito delle proposte non è stato affidato a lei e ora c’e’ un dibattito in corso”. 

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Il presidente Conte, nell’ultima conferenza di oggi, ha inoltre aggiunto che: “Non c’e’ uno Stato membro che si salva da solo. Si tratta di dimostrarsi inadeguati o no. L’Italia è consapevole della reazione poderosa che la storia ci chiama ad operare”.

Stizzito per le parole della von der Leyen anche il Ministro Gualtieri: “Le parole della presidente von der leyen, sono sbagliate, mi dispiace che le abbia pronunciate. L’Europa tutta deve essere all’altezza della sfida”.

Sullo scenario di questa frattura internazionale, che si aggiunge alla ormai nota emergenza sanitaria, le massime istituzioni europee e nazionali in meno di dieci giorni dovranno trovare la quadra e ricomporre quella polarizzazione tra blocchi contrapposti, che, di fatto, sta minando la sostenibilità del sogno di unità a livello europeo. Il principale problema sarà superare la resistenza dell’asse Merkel-Rutte (Austria, Finlandia, Germania e Olanda) i veri artefici della bocciatura della proposta presentata dall’Italia, Spagna e Francia. Un asse pericoloso che, con l’endorsement della Presidente von der Leyen, esce per il momento rinforzato e che allontana ogni possibilità di ricomposizione con i Paesi che chiedono uno strumento di debito comune a beneficio di tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia.

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Un comportamento poco coerente quello della Presidente della Commissione europea, che solo pochi giorni fa, intervistata da una radio tedesca, aveva detto che i coronabond erano una opzione sul tavolo. Apertura che era stata fatta filtrare anche dalla Bce, che aveva fatto sapere che anche Christine Lagarde sarebbe stata favorevole all’emissione di coronabond.

foto © Portuguese Presidency of the Council of the European Union – Gonçalo Delgado

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