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Continuità territoriale. La pessima maggioranza Todde mette d’accordo anche gli ex Governatori.

È bastato il tema della continuità territoriale – quella che doveva riformare la “decaduta” Todde – per mettere d’accordo, incredibilmente, tre ex presidenti della Regione Sardegna: Renato Soru, Francesco Pigliaru e Ugo Cappellacci. Tutti d’accordo nel puntare il dito sull’improvvisazione dell’attuale governo Todde, colpevole, come rimarcato nel corso del convegno organizzato dal centro studi dei Riformatori “La continuità territoriale aerea tra illusioni e delusioni”, di rappresentare l’ennesima occasione mancata per l’Isola e il diritto alla mobilità dei sardi/e.

Insomma, se i sardi sperimentano (con un importante peggioramento dei servizi) i soliti problemi di mobilità la causa è la presenza di una classe dirigente impreparata e “risibilmente ideologica”, buona solo a navigare a vista tra proroghe e promesse disattese e, cosa più lapalissiana, incapace persino di elaborare un bando credibile senza tornare a fotocopiare quello del 2023.

Incapacità politica e tecnica dove, senza mezzi termini, è evidente la mancanza di idee e visione. Ma non è una novità guardando le altre partite in ballo nell’Isola: sanità, giovani, lavoro e impresa.

Lo stesso “dirimpettaio” Francesco Pigliaru ha definito il nuovo bando assurdo, sottolineando che forse l’unico motivo per adottarlo sarebbe prepararsi a una battaglia legale contro Bruxelles. Ma, evidenzia l’ex presidente, l’attuale amministrazione non ha né la forza né la credibilità per affrontarla. La patente di incapacità conclamata è servita!

Di gestione dilettantistica, ancora, ha parlato Ugo Cappellacci, mentre Renato Soru ha voluto mettere in guardia dall’errore strategico di confondere il diritto alla mobilità dei sardi con quello di accedere alla Sardegna. Critica anche l’assenza di una politica per la mobilità delle merci, ad oggi, per Soru, ignorata.

Intanto la presidente Todde – che continua a lanciare annunci su annunci – si limita a gestire l’esistente, senza alcuna rotta né coraggio politico. E così, tra scali aeroportuali lasciati al caso, ritardi accumulati e una politica dei trasporti che somiglia sempre più a un rimpallo di responsabilità, i sardi restano ostaggio di tariffe impazzite e collegamenti inadeguati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti/e.