Confcommercio Sud Sardegna, salta il Direttivo: la crisi interna si aggrava.
In un clima sempre più teso e incerto, la governance di Confcommercio Sud Sardegna si trova a fare i conti con un nuovo capitolo di quella che appare ormai come una vera e propria crisi istituzionale. Dopo il clamoroso rigetto del bilancio preventivo 2025 – respinto dall’Assemblea con 145 voti contrari e uno solo a favore – e le successive diffide legali, è stata annullata all’ultimo momento la riunione del Consiglio Direttivo, prevista per oggi.
La decisione, ufficialmente motivata da un generico “difetto formale”, arriva dopo la dura presa di posizione dei consiglieri dissidenti, supportati da un team legale, che in una diffida formale hanno sollevato dubbi su presunte violazioni dello Statuto e sulla legittimità di alcune recenti mosse del presidente Alberto Bertolotti.
Bocciatura di bilancio che segna, di fatto, un chiaro e incontrovertibile segnale di sfiducia nei confronti della leadership di Bertolotti. Tuttavia, al momento, l’apertura del confronto non sembra essere la linea in voga, data, fanno sapere gli autori della diffida, “la convocazione prima di una Giunta per nominare un vicario, con all’ordine del giorno spese non di competenza dell’associazione, e, ancora, la convocazione di un Consiglio Direttivo con all’ordine del giorno il decadimento di un consigliere dissidente e, infine, l’pprovazione un nuovo schema di bilancio modificato e inviato in extremis”.
Secondo quanto riportato nelle diffide, firmate dallo studio legale che assiste il gruppo di opposizione interna, sarebbero diverse le irregolarità riscontrate, a partire dal tentativo – definito arbitrario – di far decadere alcuni consiglieri senza il rispetto delle procedure statutarie. Ancora, la violazione dell’art. 25 dello Statuto, che stabilisce apposite tempistiche per la convocazione del Consiglio Direttivo su richiesta di un terzo dei suoi membri e, ancora, l’infondatezza giuridica delle delibere assunte dalla Giunta, prive di una copertura di bilancio approvato.
“Non siamo davanti a una semplice disputa interna”, spiegano i promotori del dissenso. “Si tratta di garantire legalità, trasparenza e correttezza nella gestione associativa, a tutela delle imprese e degli associati”.
La paralisi decisionale si ripercuote anche sul piano operativo. Dopo il naufragio del bilancio preventivo 2025, ora è il consuntivo 2024 a rischiare il mancato rispetto delle scadenze statutarie: docuemtno che dovrebbe essere approvato entro il 30 aprile, ma i tempi appaiono ormai fuori portata. Una situazione che, se non risolta rapidamente, potrebbe compromettere la regolare attività dell’associazione e la gestione delle risorse.
“L’unica via d’uscita è il ritorno alla democrazia associativa”, dichiarano i consiglieri Marco Mainas, Luigi Biggio, Emanuele Frongia e Gianni Filippino, in rappresentanza dei sottoscrittori delle istanze. “Serve un immediato cambio di guida attraverso elezioni trasparenti. Le imprese hanno bisogno di una rappresentanza credibile, che rispetti le regole e abbia il consenso degli associati”.
Gruppo, infine, che ha chiesto formalmente l’intervento dei Revisori e della Confcommercio nazionale per avviare una verifica approfondita e garantire una rapida convocazione degli organi statutari, “prima che i danni per l’associazione e la sua credibilità diventino irreversibili”.