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Commissioni bancarie ingiuste: i cittadini pagano mentre le banche fanno profitti record.

Le commissioni bancarie continuano a pesare sui cittadini europei, mentre le grandi banche registrano profitti record. Il tema è al centro di una nuova interrogazione presentata alla Commissione Europea dall’eurodeputato Lefteris Nikolaou-Alavanos (NI), che denuncia l’inefficacia delle misure adottate dai governi UE per ridurre tali costi.

Nonostante il tentativo di abbassare alcune tariffe, solo le banche greche, per esempio, hanno incassato ben 1,8 miliardi di euro in commissioni tra il 2023 e i primi nove mesi del 2024, a fronte di una riduzione stimata di appena 150 milioni di euro l’anno. Inoltre, i tagli si applicano solo ai pagamenti digitali, mentre le operazioni agli sportelli e agli ATM continuano a essere gravate da costi elevati.

Banche europee, insomma, che traggono enormi profitti dalle commissioni grazie alle direttive UE, come la 2014/92/EU, che stabilisce criteri di “tariffe ragionevoli” ma di fatto permette la speculazione a danno delle famiglie. Come può la Commissione giustificare questa situazione?

La Commissione Europea ha replicato sottolineando che la redditività delle banche greche nel terzo trimestre del 2024 era nona su 16 Paesi dell’Eurozona, con un ritorno sul capitale del 13,9%. Inoltre, secondo un’analisi indipendente, le banche greche ottengono in media il 17% dei loro ricavi operativi dalle commissioni, meno rispetto alla media europea del 22%.

Bruxelles ha poi ribadito che l’UE non impone limiti alle tariffe bancarie, ma la Direttiva sui Conti di Pagamento (PAD) richiede che i servizi bancari essenziali siano offerti gratuitamente o a costi ragionevoli.

Sul fronte fiscale, la Commissione ha affermato che le banche greche pagano le tasse, ma compensano i loro obblighi con crediti d’imposta differiti, un meccanismo legato alla ristrutturazione del debito greco del 2012 e alla recessione che ha generato decine di miliardi di euro in perdite. I 12,5 miliardi di euro di DTC saranno ammortizzati gradualmente fino al 2041.

Per quanto riguarda la tassazione agevolata sui dividendi, la Commissione ha sottolineato che questa rientra nelle competenze nazionali e non nell’ambito regolatorio dell’UE.

Mentre le banche continuano a trarre profitti dalle commissioni sui servizi bancari essenziali, il dibattito resta aperto: l’UE farà qualcosa per proteggere i cittadini o continuerà a lasciare campo libero agli istituti di credito?

foto Lnlnln da Pixabay.com