Commissione UE sotto esame per le consulenze esterne: in crescita l’esternalizzazione degli incarichi.

La crescente esternalizzazione da parte della Commissione europea di studi e valutazioni politiche a società di consulenza solleva interrogativi sulla reale imparzialità di tali incarichi. A fare il punto sulla ricorrente prassi rilevabile dalle parti dell’Esecutivo von der Leyen, è stato l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo Tomáš Zdechovský, intervenuto per chiedere come l’Esecutivo Ue (le cui spese in consulenze ammontano a circa 1 miliardo di euro) intenda garantire che le consulenze esterne non siano influenzate da interessi particolari e producano analisi oggettive.

Nella sua interrogazione parlamentare, in particolare, Zdechovský ha citato casi recenti – tra cui uno studio sulle decisioni UE in materia di fusioni, uno sugli obiettivi ESG e uno legato alla politica di controllo del tabacco – in cui, secondo lui, i consulenti avrebbero trascurato prove contrarie a favore di posizioni già predefinite, compromettendo la neutralità dei risultati.

Nella risposta ufficiale, la Commissione ha rivendicato l’efficacia delle attuali misure previste dal Regolamento finanziario del 2024, che impone agli operatori economici di dichiarare formalmente l’assenza di conflitti professionali e consente il loro esclusione in caso contrario. “Gli agenti responsabili della firma dei contratti hanno l’obbligo di verificare preventivamente l’assenza di situazioni di conflitto”, si legge nella risposta della Commissione europea.

A questo, spiegano dalla Commissione Ue, si affianca una nuova guida operativa che identifica le attività da non esternalizzare e impone verifiche più approfondite in caso di contratti particolarmente sensibili.

Per i casi che richiedono il massimo grado di indipendenza, prosegue la nota dell’Esecutivo von der Leyen, gli agenti autorizzanti sono inoltre invitati a raccogliere ulteriori informazioni sui gruppi societari dei candidati, eventuali sussidi ricevuti o contratti precedenti con istituzioni europee. A ciò si aggiungono attività formative interne per rafforzare la capacità di individuare tempestivamente potenziali conflitti e procedere alla loro esclusione.

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