Commissione UE nel mirino per il rischio di insider trading mentre aumentano le spese per la difesa.
Mentre l’Unione Europea lancia il maxi-piano da 800 miliardi di euro per la difesa, si moltiplicano gli interrogativi su potenziali casi di insider trading e conflitti di interesse all’interno delle istituzioni europee. A sollevare la questione è l’eurodeputato indipendente Fabio De Masi, in un momento in cui il Parlamento europeo è ancora scosso dalle recenti inchieste per corruzione che hanno coinvolto alcuni suoi membri.
Attraverso un’interrogazione scritta alla Commissione, De Masi ha chiesto alla Commissione von der Leyen di riferire sulle misure attualmente in vigore per evitare che i funzionari europei possano effettuare operazioni finanziarie private, come l’acquisto o la vendita di azioni, sfruttando informazioni riservate non ancora accessibili al pubblico.
Il deputato ha poi chiesto se la Commissione ritenga necessario inasprire le normative esistenti o introdurre regolamenti più severi per arginare il rischio, in particolare in un settore come quello della difesa, storicamente vulnerabile a pressioni lobbistiche e a circuiti finanziari poco trasparenti.
Sebbene la Commissione non abbia ancora fornito una risposta ufficiale, l’interrogazione porta nuovamente alla luce un nodo irrisolto: come garantire che chi ha accesso a informazioni strategiche e finanziarie sensibili non possa trarne vantaggio personale in modo illecito.
I funzionari europei, infatti, sono tenuti a rispettare regole etiche e di trasparenza, ma secondo molti osservatori i meccanismi di controllo sono insufficienti, e il monitoraggio degli investimenti privati – in particolare nel mercato azionario – si basa spesso su autodichiarazioni, difficili da verificare in modo indipendente.
foto Air Force Airman 1st Class Robert Nichols