Commercio UE: il 22% delle imprese fa export e import, ma vale il 95% del totale.
Nel 2023, il 21,7% delle imprese europee attive nel commercio internazionale di beni, sia all’interno dell’Unione che con paesi terzi, ha svolto attività di scambio bidirezionale, ovvero sia di esportazione che di importazione. La maggioranza, il 70%, si è limitata a importare, mentre solo l’8,3% ha operato esclusivamente in esportazione.
Nonostante la loro minoranza numerica, le imprese che commerciano in entrambi i sensi rappresentano ben il 95,3% del valore totale delle merci scambiate, lasciando solo il 3,9% agli importatori esclusivi e lo 0,8% agli esportatori esclusivi.
Analizzando i settori economici, la quota più alta di operatori bidirezionali si registra nel manifatturiero (45,6%), seguito da estrazione mineraria e cava (39,2%) e approvvigionamento idrico (29,9%). Al contrario, i settori con la più bassa presenza di imprese impegnate in doppia direzione sono le attività immobiliari (7,3%), l’edilizia (8,6%) e i servizi finanziari e assicurativi (10,4%).
Tra le imprese che operano solo in importazione spiccano edilizia (86,8%), attività immobiliari (86,2%) e finanza (82,3%), mentre i settori con la più bassa quota di importatori esclusivi sono estrazione mineraria (41,0%), manifatturiero (42,4%) e approvvigionamento idrico (56,3%).
Infine, tra gli esportatori puri, maggiori presenze si registrano in agricoltura, silvicoltura e pesca (20,2%), estrazione mineraria (19,8%) e trasporti e logistica (15,3%), mentre sono minori in edilizia (4,6%), attività immobiliari (6,5%) e fornitura di energia (6,6%).
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