PoliticaSardegna

Comandini celebra i giovani della Primavera del Cagliari, ma (lui e la sua maggioranza) dimentica quelli della Sardegna.

Foto di rito, targa celebrativa, bandiera dei Quattro Mori e grandi parole d’orgoglio (giustamente) per la vittoria della Primavera del Cagliari Calcio. Il presidente del Consiglio regionale (nonchè segretario del PD in Sardegna) Piero Comandini, esponente di primo piano della maggioranza, ha accolto questa mattina in Aula la squadra e lo staff tecnico rossoblù, protagonisti della storica conquista della Coppa Italia Primavera. Un incontro che, a detta dello stesso Comandini, è stato a lungo “meditato” a causa del lutto per la scomparsa di Papa Francesco. “Ma il Santo Padre era dalla parte dei giovani, e avrebbe voluto che non spegnessimo il loro entusiasmo” ha dichiarato solennemente il Presidente.

Parole nobili se fossero affinacate da coerenza politica. E invece no. A fronte di tanti proclami, è proprio nel campo delle politiche per i giovani che l’attività legislativa regionale — anche sotto la presidenza di Comandini — si è rivelata deludente, marginale e assente. Né in maggioranza né quando sedeva tra i banchi dell’opposizione, il Presidente ha saputo o voluto imprimere una svolta concreta, tantomeno strutturale, a un settore che continua a registrare fuga di cervelli, disoccupazione giovanile e totale assenza di visione. Basterebbe dare uno sguardo all’attività legislativa del consiglio regionale per spegnere l’arditismo della replica.

E così, mentre si esaltano i valori dello sport – con tanto di citazioni auliche – si sorvola con disinvoltura sull’assenza di investimenti seri in formazione, lavoro e partecipazione attiva. Nessun piano di rilancio credibile per i giovani sardi, nessuna legge quadro organica sulle politiche giovanili. Giusto (anche con il Governo dei migliori), la riproposizione di poche iniziative copia e incolla – prese peraltro dalla XVI Legislatura di Solinas e accomunate dal medesimo scarso impatto – e assenza di visione e co-programmazione con le organizzazioni più qualificate del territorio.

Nel suo discorso, ancora, Comandini ha parlato di “integrazione, ambizione e perseveranza”. Peccato che siano parole che sembrano valere solo per i ragazzi che vincono sul campo, e non per le migliaia di giovani sardi che non chiedono celebrazioni, ma opportunità concrete.

Il gioco di squadra, come ha detto con enfasi il Presidente, “è sempre una politica vincente”. Ma a giudicare dai risultati finora ottenuti sul fronte giovanile, quella di Comandini sembra essere una squadra che gioca senza strategia, senza palla, e soprattutto senza possibilità di “andare a rete”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata