Cnel: nel 2024 ancora 1,34 milioni di Neet in Italia.
In Italia ci sono ancora 1,34 milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione. È quanto emerge dal XXVI Rapporto sul mercato del lavoro e sulla contrattazione collettiva diffuso dal Cnel, che fotografa una delle fragilità strutturali più gravi del Paese: quella dei Neet (Not in Education, Employment or Training), ragazzi tra i 15 e i 29 anni “sospesi” tra scuola e lavoro.
Il dato resta tra i più alti in Europa, ma registra una flessione significativa: rispetto al 2023, i Neet sono diminuiti del 4,8%.
Secondo l’analisi del Cnel, il 33,6% dei Neet rientra nella categoria dei disoccupati, mentre il restante 66,4% è composto da inattivi. Tra questi ultimi, il 33,9% non cerca attivamente lavoro, mentre il 32,5% fa parte delle cosiddette forze di lavoro potenziali: giovani che sarebbero disposti a lavorare ma che, per vari motivi, non sono impegnati in una ricerca attiva o non sono immediatamente disponibili.
A livello europeo, la situazione varia considerevolmente tra i Paesi membri. Nel 2023, la percentuale di Neet nell’Unione Europea era dell’11,2%, con Paesi Bassi (4,8%), Svezia (5,7%) e Germania (8,8%) tra i migliori, mentre Romania (19,3%) e Italia (19,8%) registravano i tassi più elevati.
In Italia, infine, la distribuzione regionale evidenzia forti disparità: mentre in Trentino-Alto Adige solo il 9,5% dei giovani è Neet, in Campania si raggiunge il 33,1%.
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