Caso Alessandra Todde: si avvicina la data della decisione sulla decadenza.
Il prossimo 22 maggio 2025, il Tribunale civile di Cagliari si pronuncerà sul ricorso presentato dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, contro l’ordinanza di decadenza emessa dal Collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello. Il provvedimento, risalente al 3 gennaio, riguarda, come ormai noto, presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali sostenute durante la campagna per le regionali del febbraio 2024.
Il collegio di garanzia, presieduto all’epoca da Gemma Cucca ora in pensione, aveva disposto la decadenza della Todde dalla carica di consigliere regionale e, di conseguenza, da presidente della Regione, oltre a una sanzione pecuniaria di 40.000 euro. Tuttavia, la Procura di Cagliari ha chiesto l’annullamento della decadenza, ritenendo che le irregolarità contestate non giustifichino una sanzione così grave, pur confermando la multa e sollecitando una sua riduzione. Il Collegio di garanzia, attraverso il giurista (sollevato dall’incarico) Riccardo Fercia, ha ribadito la legittimità del proprio operato, sostenendo che la decadenza sia una misura prevista dalla legge in caso di violazioni gravi delle norme elettorali.
Se la decadenza fosse confermata (ipotesi decisamente remota viste le ultime puntate della soap opera che ha visto protagonista involontario l’Avv. Fercia), si aprirebbe la strada a nuove elezioni regionali, con possibili cambiamenti nell’assetto politico dell’isola. Al contrario, un annullamento del provvedimento potrebbe rafforzare (ma solo in termini di pericolo scampato) la posizione della Todde e della sua maggioranza.
Il 22 maggio, dunque, si preannuncia come una giornata cruciale per la politica sarda. La decisione del Tribunale non solo determinerà il destino della presidente Todde, ma anche l’orientamento delle future politiche regionali.
Guardando, ancora, allo stato dell’arte, gli avvocati della presidente Todde, tra cui Benedetto e Stefano Ballero, Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto, hanno presentato una memoria difensiva articolata, contestando la sussistenza dei presupposti per la decadenza, sostenendo che le irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali non raggiungono la gravità prevista dalla legge per tale provvedimento. In particolare, evidenziano che non vi sarebbe stato un superamento significativo dei limiti di spesa e che la rendicontazione, pur con alcune imprecisioni, non giustificherebbe una sanzione così severa.
La Procura di Cagliari, rappresentata dai pm Guido Pani e Diana Lecca, invece, ha chiesto l’annullamento della parte dell’ordinanza-ingiunzione relativa alla decadenza, mantenendo invece la sanzione pecuniaria. Secondo i magistrati, il Collegio regionale di garanzia elettorale non avrebbe contestato alla presidente Todde le uniche infrazioni punite dalla legge con la decadenza, ossia il mancato deposito della rendicontazione e lo sforamento dei limiti fissati per le spese elettorali. Pertanto, ritengono che la decadenza sia priva di fondamento, mentre la multa di 40.000 euro potrebbe essere confermata, ma ridotta a una somma inferiore.
Il Collegio di garanzia elettorale, presieduto ora da Massimo Costantino Poddighe, ha difeso la propria decisione, confermando la sanzione pecuniaria e ritenendo che il Tribunale non possa pronunciarsi sulla decadenza in assenza di un pronunciamento del Consiglio regionale. Tuttavia, la decisione del Collegio di revocare il mandato difensivo all’avvocato Riccardo Fercia, che rappresentava l’organo nel procedimento, ha sollevato polemiche. Alcuni esponenti politici hanno denunciato un possibile conflitto di interessi, in quanto Poddighe risulterebbe essere il compagno di Marcella Marchioni, dirigente regionale nominata dalla Giunta Todde.
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