EuropaPoliticaSardegna

Casa, missione impossibile per i giovani europei.

Lasciare la casa dei genitori e costruire un’indipendenza abitativa è sempre più un miraggio per i giovani europei. I dati più recenti di Eurostat fotografano una realtà preoccupante: l’età media in cui i giovani europei tra i 15 e i 29 anni lasciano il nucleo familiare è salita a 26,3 anni, ma in Italia supera i 30 anni. Inoltre, il 26% dei giovani vive in condizioni di sovraffollamento, una percentuale significativamente più alta rispetto al resto della popolazione (9,2 punti percentuali in più).

Dati che dimostrano (se mai ce ne fosse bisogno) la poca sostanzialità delle politiche finora adottate per affrontare quella che appare sempre più come una crisi strutturale dell’abitare, con ricadute pesantissime sull’autonomia giovanile, il benessere psicologico e la mobilità sociale.

Criticità affrontate con scarsa competenza ed effort da parte della Commissione europea che, pur riconoscendo apertamente la gravità della situazioe, si è limitata a nominare un Commissario europeo con delega specifica alla casa e istituire una Task Force europea sull’abitare.

Insomma, un po’ poco se si pensa che l’obiettivo (ambizioso secondo “Ursula e soci”) è quello di coordinare gli sforzi tra Stati membri e attrarre nuovi investimenti pubblici e privati per garantire abitazioni sostenibili e a prezzi accessibili.

Irrinunciabili, inoltre, le solite misure “in divenire” come il Piano europeo per l’Abitazione Accessibile, e politiche decisamente in salita come la proposta della Commissione di raddoppiare i fondi di coesione destinati all’edilizia sociale. Proposta che finirà male al termine della discussione tra i due colegislatori europei (Parlamento e Consiglio), con buona pace per l’inclusione dei giovani.

E se la Commissione, attraverso il commissario Dan Jorgensen, ha ammesso che i fondi UE da soli non basteranno, in una Europa dove già oggi si fa poco e male per i giovani, è decisamente impensabile pensare a un impegno strutturale e a politiche nazionali più incisive.

In sintesi, l’accesso alla casa resterà un privilegio per i giovani europei. Altro che sfide. Altro che trattenere i talenti in Ue…