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Carlo Cottarelli: “Bassa produttività e salari stagnanti, servono riforme coraggiose. E sul nucleare resto favorevole”.

Sì al nucleare e tagli alla spesa pubblica. Sono questi alcuni degli highlights del pensiero dell’economista Carlo Cottarelli, condivisi oggi nel corso di un incontro organizzato oggi dalla Confcommercio Sud Sardegna. Un incontro dove l’ex senatore cremonese ha tracciato un quadro lucido – e in parte preoccupato – dell’economia italiana degli ultimi 25 anni, sottolineando come la stagnazione della produttività e dei salari sia il frutto di una crescita debole protrattasi per due decenni, tra il 2000 e il 2020.

“Negli ultimi anni si è registrata una ripresa, ma i salari restano ancora inferiori del 12% rispetto ai livelli pre-crisi,” ha spiegato Cottarelli, aggiungendo che il recupero è in corso, con una crescita media del 2% annuo. Tuttavia – ha precisato – la crescita dei salari deve andare di pari passo con quella della produttività per migliorare il potere d’acquisto, ma senza compromettere l’equilibrio economico: altrimenti si rischia un calo dei consumi”.

Secondo Cottarelli, l’Italia continua a scontrarsi senza successo sul fronte della distribuzione del reddito: “Se le persone hanno meno soldi in tasca, comprano meno creando un effetto diretto sulla domanda interna”.

Sul piano internazionale, ancora, l’ex  commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica ha evidenziato le criticità legate alla concorrenza cinese. “L’invasione di prodotti cinesi può sembrare positiva per i consumatori, ma rappresenta una minaccia per molte imprese italiane”.

Cottarelli si è detto poi scettico sulla possibilità di tagliare le tasse in Italia nel contesto attuale: “Non è possibile farlo se prima non si affronta seriamente il nodo della spesa pubblica. Ma nessun partito è disposto a intraprendere un percorso impopolare, perché gli italiani non vogliono rinunciare a servizi pubblici e prestazioni”.

Carlo-Cottarelli, foto Sardegnagol riproduzione riservata
Carlo-Cottarelli, foto Sardegnagol riproduzione riservata

A preoccupare l’economista è anche la lentezza della macchina burocratica italiana, che frena investimenti e innovazione: “Per i grandi progetti edilizi si possono attendere anche tre anni solo per l’approvazione, a fronte dei due necessari per la realizzazione dell’intervento”. Una burocrazia più snella, sostiene, potrebbe favorire la competitività delle imprese e incentivare l’innovazione.

Tra le priorità indicate da Cottarelli, anche il rilancio della pubblica amministrazione attraverso semplificazione e meritocrazia: “Serve capitale politico, serve coraggio. Ma temo che sindacati e dipendenti pubblici si opporranno”.

Parlando di energia, Cottarelli ha rilanciato anche il tema del nucleare come fonte strategica per ridurre i costi: “Nel 1987 votai a favore del nucleare e resto di quella opinione. Se avessimo cominciato cinque anni fa, oggi forse avremmo già visto i primi risultati”.

Infine, un commento sulla politica commerciale globale: “Trump ha fatto marcia indietro sui dazi dopo un chiaro segnale dei mercati finanziari. Trump a parte, le aziende statunitensi hanno comunque difficoltà a operare nell’UE, dove devono confrontarsi con 27 diverse agenzie doganali. Ma alla fine – ha concluso – un accordo con gli Stati Uniti si troverà: il loro vero avversario, oggi, è la Cina, non l’Europa”.

foto Sardegnagol, riproduzione riservata