Carenza di operatori sanitari e socio-assistenziali in Europa. La Commissione Ue può fare poco!

Secondo l’OMS, l’Europa ha una carenza stimata di circa 1,6 milioni di operatori sanitari e socio-assistenziali nel 2024 e ne avrà 4 milioni entro il 2030, quando l’Europa sarà carente di 600.000 medici, 2,3 milioni di infermieri e 1,1 milioni di operatori socio-assistenziali e assistenti.

La pandemia, gli squilibri tra domanda e offerta di personale e la migrazione dei lavoratori verso Paesi economicamente più attraenti al di fuori dell’UE – ricordano Mario Mantovani e Ruggero Razza del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei – stanno mettendo a repentaglio il buon funzionamento del settore sanitario europeo.

Nel contempo, evidenziano i due eurodeputati italiani, “gli attuali programmi e risorse della Commissione a sostegno degli infermieri e degli operatori socio-assistenziali sembrano piuttosto limitati, data l’entità del bilancio sanitario dell’UE, e finora non hanno registrato progressi significativi nel porre rimedio alla carenza di competenze in queste professioni”.

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Sulla questione, alla luce della limitata competenza della Commissione Ue, risulta, però, difficile potenziare i programmi a sostegno dei livelli occupazionali nel comparto sanitario europeo.

In risposta all’interrogazione, la Commissione Ue, attraverso la Commissaria Stella Kyriakides ha rimarcato che secondo l’articolo 168(7) del Trattato del funzionamento dell’Ue, è competenza degli Stati membri la gestione della salute, compresa la responsabilità sui livelli occupazionali. Stesso discorso vale, come ricordato dall’Articolo 153 (4) del Trattato, per la gestione della protezione sociale. Nonostante la limitata competenza della Commissione europea, aspetto purtroppo sottodimensionato nelle dichiarazioni “giusitificative” dei vari Esecutivi europei, sullo sfondo resta evidente l’assenza di attenzione delle istituzioni Ue per la Salute, confermata, per esempio, dalla mancanza di una commissione parlamentare apposita presso il Parlamento europeo. Un vero e proprio paradosso considerando che fino a 2 anni fa si combatteva contro l’epidemia di Covid-19…

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Un aiuto potrebbe sicuramente arrivare dalla politica di coesione ma, come rilevato, l’Unione europea sta optando per esautorare le regioni europee dal perimetro di queste politiche, puntando a centralizzare le decisioni, con buona pace della cosiddetta “Europa delle regioni e delle identità”.

Per mettere una pezza, ancora, sulla crescente mancanza di operatori sanitari, la Commissione ha proposto al Consiglio una raccomandazione mirata appunto a sostenere i livelli occupazioni negli Stati membri e “attirare talenti dai Paesi Terzi” mentre un numero crescente di giovani infermieri, medici e altri operatori sociosanitari, fanno le valigie in cerca di migliori condizioni di lavoro. Talvolta, e paradossalmente, proprio in quei Paesi Terzi richiamati nelle raccomandazioni della Commissione Ue.

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