Cala la fiducia nelle agenzie di fact-checking… ma non i fondi pubblici.
Il 10 gennaio 2025, Jorge Martín Frías (PfE) ha presentato una domanda scritta alla Commissione europea, sollevando preoccupazioni sulla crescente perdita di fiducia nelle agenzie di fact-checking, a seguito di dichiarazioni di Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che ha messo in discussione l’imparzialità dei verificatori dei fatti. Zuckerberg ha riconosciuto di aver riscontrato pregiudizi ideologici e pressioni nella moderazione dei contenuti nel mercato europeo, tanto da annunciare l’intenzione di non avvalersi più dei fact-checkers. Inoltre, sono emerse accuse secondo cui la Commissione europea avrebbe esercitato pressioni su Elon Musk, fondatore di X, attraverso un accordo segreto per evitare sanzioni in cambio dell’inclusione dei verificatori di fatti nella sua piattaforma.
In questo contesto, Frías ha richiesto alla Commissione di rivelare i dettagli relativi alle agenzie di fact-checking che operano e che ricevono copiosi finanziamenti dall’Unione Europea.
La Commissione, rispondendo tramite la vicepresidente Henna Virkkunen, ha spiegato che, dal 2021, nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale, ha fornito supporto a cinque organizzazioni attive nel settore del fact-checking, tra cui agenzie come AFP, EFE, Maldito Bulo, Verificat e Newtral. Organizzazioni, ha precisato la Commissione, che soddisfano i criteri per essere considerate enti di verifica indipendenti, come stabilito dal Digital Media Observatory europeo.
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