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“Cagliari a Tavola”: cucina, identità e tradizione al centro del nuovo contest enogastronomico del capoluogo sardo.

Unire gusto, territorio, cultura e utili. Di questo e molto altro si è parlato oggi alla Camera di Commercio di Cagliari-Oristano nel corso del progetto “Cagliari a Tavola”, iniziativa mirata a valorizzare la cucina tipica cagliaritana e i prodotti dei mercati civici.

Alla conferenza di presentazione, tenutasi nel cuore del capoluogo, erano presenti, tra gli altri, Marzia Cilloccu per l’assessorato regionale al Turismo, Emanuele Frongia, presidente di FIPE Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Lupini, direttore della rivista Italia a Tavola, Massimo Manetti, presidente della Camera di Commercio di Firenze, l’assessore alle Attività produttive Carlo Serra, e Teresa Galanti, chef in rappresentanza del comparto ristorativo.

Nel segno di una collaborazione tra territori che si rafforza nel tempo, Maurizio De Pascale, presidente della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, ha sottolineato nelle premesse dell’incontro i risultati ottenuti dal progetto Transumanza del Gusto, ospitato nella città di Firenze. De Pascale ha poi rimarcato che l’idea di abbinare la ristorazione ai mercati civici può sembrare difficile, ma alla fine premia: “Riavvicinare la storia, la nostra terra e il commercio è un passo obbligato per riportare al centro l’identità e la qualità”.

Un concetto condiviso da Emanuele Frongia, che ha rimarcato come “il futuro della nostra ristorazione non può prescindere dal riconoscimento del prodotto locale”. Frongia ha definito i ristoratori “ambasciatori dell’accoglienza”, evidenziando il valore culturale e sociale della ristorazione, capace di raccontare il territorio con autenticità.

Dal canto suo, Massimo Manetti ha ribadito l’importanza della qualità come fondamento per la longevità delle imprese, specie in contesti turistici ad alta pressione come Firenze. “La qualità è la chiave di volta per la sopravvivenza delle imprese. Solo a Firenze si mangia la vera bistecca fiorentina, ma non ovunque si trova un servizio coerente con la tradizione. Difendere i valori del proprio territorio è, quindi, essenziale: senza identità, si perde l’esperienza che il turista cerca”.

Proprio per tutelare questa autenticità, prosegue Manetti, si sta lavorando all’introduzione di un disciplinare per l’ottenimento di un marchio di qualità destinato ai ristoratori che adottano una filiera corta e sostenibile: “Non bisogna avere paura di ridurre il margine di guadagno perché promuovere un servizio di qualità porta a risultati credibili e duraturi, anche grazie a iniziative collaterali”.

Forte e appassionato l’intervento della chef Teresa Galanti, che ha lanciato un appello alla sostenibilità e alla valorizzazione delle risorse ittiche locali: “Mi batto da tempo per l’uso delle materie prime. In Sardegna abbiamo ristoranti che ignorano i pesci del nostro mare, come il sugherello, mentre si punta solo ai grandi predatori o al pesce d’importazione. Serve un’educazione alimentare più profonda, che tuteli la piccola pesca e contrasti pratiche distruttive come la pesca a strascico”.

A chiudere il cerchio, l’intervento del produttore Ferruccio Deiana, che ha definito i mercati civici “la traction antropologica delle comunità”. “Ai ristoratori dico: l’unica cosa che garantisce la sopravvivenza nel lungo periodo è mantenere viva la tradizione. È s’ difficile conciliare etica e business, ma l’educazione del prodotto è la via. Bisogna tornare a vivere con la terra, non solo sulla terra”.

Il contest, che si inserisce nel progetto regionale Sa Mesa Nostra, coinvolge 14 ristoranti dei quartieri storici di Castello, Marina, Stampace e Villanova. Ognuno proporrà un menù degustazione a 30 euro, con un piatto “in gara” preparato usando ingredienti acquistati nei mercati civici.

Il concorso si svolgerà da oggi fino a domenica 11 maggio, con servizi a pranzo e cena. I piatti saranno valutati da una giuria tecnica e una popolare e i vincitori riceveranno una targa e una menzione su una rivista nazionale, mentre un commensale, selezionato a sorte, si aggiudicherà un’esperienza enogastronomica a Sant’Antioco.

Ma non finisce qui. “Cagliari a Tavola” nasce per diventare un appuntamento fisso nel calendario gastronomico cittadino, con l’ambizione di promuovere un modello di ristorazione sostenibile, radicato nell’identità locale e aperto al futuro.