Bullismo e cyberbullismo: un ragazzo su cinque lo subisce in modo sistematico.
Un ragazzo su cinque, in Italia, subisce atti di bullismo con cadenza regolare, e quasi il 70% degli adolescenti tra gli 11 e i 19 anni riferisce di essere stato vittima, almeno una volta nell’ultimo anno, di comportamenti offensivi, violenti o umilianti. È quanto emerge dalla più recente indagine Istat “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, che fotografa una realtà inquietante nei rapporti tra pari: dietro le dinamiche scolastiche, amicali e digitali si nasconde una rete di sopraffazioni quotidiane che colpisce i più giovani, spesso nel silenzio degli adulti.
La definizione di bullismo utilizzata nell’indagine non lascia spazio a interpretazioni: si parla di atti offensivi o aggressivi, reiterati nel tempo, compiuti con l’intento di ferire psicologicamente o fisicamente. Una realtà che assume contorni ancora più gravi quando questi episodi avvengono con regolarità: il 21% dei ragazzi li ha subiti più volte al mese, quasi l’8% addirittura più volte a settimana.
La fascia d’età più colpita è quella degli 11-13 anni: il 23,7% ha dichiarato di essere vittima di bullismo ripetuto, contro il 19,8% dei 14-19enni. Un dato che segnala come l’ingresso nella preadolescenza rappresenti un momento critico, dove fragilità personali, dinamiche di gruppo e mancanza di strumenti relazionali contribuiscono a rendere l’ambiente scolastico e sociale più ostile.
Le differenze di genere sono lievi, ma significative: il 21,5% dei maschi è stato vittima di bullismo, contro il 20,5% delle femmine. Tuttavia, cambiano le modalità con cui il bullismo si manifesta: i ragazzi subiscono più frequentemente offese e insulti, mentre le ragazze sono più spesso colpite da forme di esclusione e isolamento sociale.
Quasi il 34% dei giovani ha subìto, almeno una volta, vessazioni online: il 7,8% lo ha sperimentato con cadenza mensile. A essere più colpiti sono i maschi, con l’8,9% che riferisce episodi ricorrenti di cyberbullismo, contro il 6,6% delle ragazze. È il nuovo volto del bullismo, quello che si consuma sui social, nelle chat scolastiche o nei gruppi privati, spesso invisibile agli occhi degli adulti ma capace di generare profonde ferite.
I dati territoriali rivelano un divario sorprendente: i ragazzi del Nord sono più frequentemente vittime di comportamenti vessatori rispetto ai coetanei del Sud. Nel Nord-est, il 22,1% degli adolescenti ha subito episodi di bullismo con continuità, mentre nel Mezzogiorno la percentuale si ferma al 20%. Anche il dato generale sulle esperienze di violenza verbale o psicologica è più alto nel Settentrione: il 71% al Nord-ovest, contro il 66,5% nel Sud.
Il bullismo colpisce con maggiore frequenza anche i ragazzi stranieri: il 26,8% di loro ha subìto comportamenti offensivi in modo continuativo, contro il 20,4% degli italiani. Le comunità rumena e ucraina risultano le più vulnerabili, con percentuali che sfiorano il 30%. Un dato che impone di interrogarsi anche sul piano dell’integrazione e della prevenzione della discriminazione.
Le modalità del bullismo riflettono ancora stereotipi e ruoli di genere: tra i maschi dominano le aggressioni verbali e fisiche, mentre le ragazze vengono colpite più spesso da strategie di esclusione o isolamento. Oltre il 14% degli adolescenti ha subito insulti e offese con cadenza mensile, ma a essere escluse ripetutamente sono soprattutto le ragazze (12,2%, contro l’8,5% dei ragazzi). La diffamazione, le calunnie, i pettegolezzi colpiscono quasi un quarto dei giovani, minando la loro autostima e relazioni sociali.
Colpisce la precocità con cui si sviluppano dinamiche di sopraffazione: i bambini appena entrano nella preadolescenza sperimentano con maggiore intensità atti verbali, insulti, minacce. Il 58% degli 11-13enni ha subito almeno una volta offese, oltre il 28% è stato vittima di diffamazione. I più grandi, tra i 14 e i 19 anni, soffrono invece maggiormente le forme fisiche e l’esclusione sociale, che raggiunge quasi la metà delle ragazze di questa fascia d’età.
Il quadro emerso dall’indagine Istat non è solo un campanello d’allarme. È la conferma di un’emergenza strutturale: bullismo e cyberbullismo non sono episodi isolati, ma fenomeni sistemici, spesso tollerati o minimizzati. L’ambiente scolastico, il contesto familiare e il mondo digitale diventano, troppo spesso, terreno fertile per sopraffazioni che lasciano cicatrici profonde.