Europa

Bruxelles sotto pressione per la stretta ungherese sui Pride: “Violati i valori fondamentali dell’UE”.

La recente mossa del governo ungherese di vietare i Pride e autorizzare l’uso del riconoscimento facciale da parte della polizia per monitorare i partecipanti ha sollevato un’ondata di critiche a livello europeo, mettendo in discussione il rispetto dello Stato di diritto da parte di Budapest. La misura, inserita come emendamento alla controversa legge sulla “protezione dei minori”, è stata definita da più voci al Parlamento europeo come un attacco diretto alla comunità LGBTIQ+ e un’ulteriore deriva autoritaria.

L’eurodeputata Diana Riba i Giner (Verts/ALE) ha sollevato il caso con una interrogazione scritta alla Commissione, denunciando “una violazione deliberata e sistematica dei diritti fondamentali garantiti dal diritto europeo”, in particolare la libertà di riunione pacifica e la protezione della privacy.

La risposta della Commissione, firmata dal commissario alla Giustizia e Diritti fondamentali Michael McGrath, conferma la gravità della situazione, pur muovendosi ancora con cautela: “L’uguaglianza e il rispetto della dignità umana sono valori fondamentali dell’Unione europea, sanciti dal Trattato sull’Unione e dalla Carta dei diritti fondamentali”, si legge nella nota diffusa lunedì.

Bruxelles ricorda di aver già deferito l’Ungheria alla Corte di Giustizia nel dicembre 2022 proprio per le disposizioni discriminatorie contenute nella legge “anti-LGBTIQ+”. Il procedimento è attualmente pendente: l’udienza si è tenuta lo scorso novembre e l’Avvocata generale ha reso pubblica la sua opinione il 5 giugno scorso.

La Commissione ha inoltre fatto sapere che sta verificando le modifiche legislative più recenti adottate da Budapest, compreso il controverso uso dell’intelligenza artificiale per sorvegliare cittadini che partecipano a manifestazioni pubbliche. Una misura che potrebbe entrare in rotta di collisione con il Regolamento europeo sull’AI, che vieta pratiche di sorveglianza biometrica indiscriminata nello spazio pubblico.

“Rimaniamo pienamente impegnati a contrastare l’ineguaglianza e la discriminazione che colpiscono le persone LGBTIQ – ha ribadito la Commissione – come previsto dalla Strategia europea per l’Uguaglianza 2020-2025”. Tuttavia, alla domanda se verranno intrapresi nuovi passi legali immediati, Bruxelles risponde con prudenza, limitandosi ad affermare che la situazione è “sotto stretto monitoraggio”.

Una risposta che, secondo molti osservatori, non basta più. L’Ue continua a dialogare con regimi come quello ungherese, che da un lato alimentano campagne legislative contro i diritti civili e, dall’altro, beneficiano dei fondi comunitari. Una contraddizione che diventa sempre più difficile da giustificare mentre, sul campo, le libertà fondamentali vengono messe in discussione.

foto European Union 2022 – Source : EP