Bibbiano, Reynders: “Procedimento di infrazione solo se violato il diritto UE”

Nell’estate 2018 a Bibbiano è stata avviata l’inchiesta «Angeli e Demoni», su un’attività criminale a discapito di minori. Sui fatti di Bibbiano l’eurodeputata Stefania Zambelli di Identità e Democrazia, ha chiesto alla Commissione, attraverso una interrogazione parlamentare, di comunicare le azioni che saranno intraprese per scongiurare simili casi in futuro e se saranno previsti strumenti di aiuto a supporto delle famiglie coinvolte nell’inchiesta di Bibbiano.

“Stando agli inquirenti – per l’on. Zambelli -, politici, assistenti sociali e medici compiacenti pilotavano i bambini al fine di far loro raccontare presunti abusi e maltrattamenti, che in realtà non sono mai avvenuti, allo scopo di sottrarli alle famiglie di origine e affidarli, dietro compenso, ad amici e conoscenti. Se le accuse di affidi illeciti verranno confermate, stiamo parlando di affari per centinaia di migliaia di euro”.

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Per l’eurodeputata bisogna garantire norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, alla luce dell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea, dell’articolo 24 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, e l’interesse del minore deve essere preminente e fondamentale. 

Parlamento EuropeoPer la Commissione von der Leyen è intervenuto il Commissario per la Giustizia, Didier Reynders.

“La Commissione è a conoscenza del caso in oggetto ed è preoccupata per il benessere dei minori e delle famiglie coinvolte in questa situazione. I trattati su cui si fonda non conferiscono all’Unione europea competenze generali per intervenire su questioni che non attengono al diritto dell’Unione. I sistemi nazionali di adozione e affido non sono disciplinati dal diritto dell’Unione”.

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In questo contesto per il Commissario Reynders spetta agli Stati membri, compresi i loro organi giurisdizionali, analizzare le informazioni disponibili, decidere nei singoli casi e garantire il rispetto e la protezione dei diritti fondamentali in conformità con la legislazione nazionale e con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani.

“La Commissione – continua il Commissario alla Giustizia – sostiene gli Stati membri finanziando progetti di sviluppo delle capacità, incoraggiando lo scambio di buone pratiche e l’apprendimento reciproco e promuovendo l’applicazione dei principi per i sistemi integrati di protezione dei minori”.

“In base al principio generale che informa la direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato , se la vittima è un minore,
nell’applicare la direttiva deve essere innanzitutto considerato l’interesse superiore del minore e deve essere privilegiato un approccio rispettoso delle sue esigenze. La direttiva stabilisce disposizioni studiate specificamente per i minori in materia di accesso alle informazioni, sostegno e protezione. Anche i familiari delle vittime minorenni hanno accesso ai servizi di
assistenza a seconda delle proprie esigenze e del danno subito”.

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“La Commissione sta attualmente esaminando se tutte le misure nazionali di attuazione della direttiva siano state pienamente adottate da tutti gli Stati membri, compresa l’Italia, nelle rispettive legislazioni nazionali. Se l’esame dovesse rivelare una violazione del diritto dell’UE, la Commissione potrà avviare un procedimento di infrazione”.

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