ASL commissariate. Il Campo Largo inciampa ancora: ennesima legge impugnata (e figuraccia) per il centrosinistra.
Il braccio di ferro tra il Governo Meloni e la Regione Sardegna si riaccende. Questa volta nel mirino di Palazzo Chigi finisce la legge regionale sulla sanità voluta dalla Giunta guidata da Alessandra Todde, approvata a marzo dal Consiglio regionale. Il Consiglio dei ministri ha deciso oggi di impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale, bollando come illegittimi i commissariamenti dei direttori generali delle aziende sanitarie sarde.
Un’altra pesante battuta d’arresto, insomma, per la maggioranza del cosiddetto Campo largo, che ai tempi della XVI Legislatura tuonava contro il centrodestra, accusato di far approvare norme sistematicamente impugnate da Roma. Ora, ironia della sorte, il copione si ripete con ruoli invertiti: e la sinistra al governo della Sardegna si ritrova a fare i conti con le stesse accuse di incompetenza legislativa che un tempo lanciava contro gli avversari politici.
La norma sotto accusa, in particolare, ha messo in moto il siluramento dei manager sanitari nominati dal centrodestra nel 2022, sostituiti attraverso un’azione legislativa che, secondo l’Esecutivo nazionale, viola diversi articoli della Costituzione (97, 98 e 117). A pesare è soprattutto l’assenza di motivazioni puntuali, tale da confermare la misura come un vero e proprio spoils system voluto dalla Maggioranza (non tutta come ricorda lo strappo del PD).
Il documento del Dipartimento per gli Affari regionali parla chiaro: “La prevista decadenza automatica dei vertici aziendali è in contrasto con il principio di continuità dell’azione amministrativa” e ancora che “la fattispecie regionale non integra le condizioni straordinarie che giustificherebbero un commissariamento”.
Per la Giunta Todde è l’ennesima figuraccia sul piano istituzionale. Dopo la moratoria sulle rinnovabili e la norma sulle aree idonee — anch’esse impugnate — un’altra legge sarda finisce davanti alla Consulta. Un trend preoccupante (probabilmente non dalle parti di viale Trento), che conferma il gap di credibilità per questa coalizione di rappresentanti della “bassa politica”.
La partita ora passa alla Corte Costituzionale, ma il bilancio politico per la Giunta Todde è sempre più amaro, senza contare che la firma dei contratti con i nuovi commissari, attualmente oggetto di impugnazione, potrebbe comportare un potenziale danno erariale non solo a carico di Presidente e Assessori presenti, ma anche dei vertici amministrativi di Regione e Assessorato.
Nel frattempo, a oltre un anno dall’inizio della legislatura e, soprattutto, dopo una campagna elettorale e una legislatura all’opposizione “urlando” una ridicola superiorità morale rispetto al centrodestra di Christian Solinas, pazienti e operatori del settore sanitario restano in attesa di risposte concrete.