Artigianato. Serve un cambio culturale per avvicinare i giovani.

Valorizzare l’artigianato artistico e di alta gamma è un obiettivo improcrastinabile. “Le sartorie napoletane, le vetrerie di Murano e le pelletterie di Firenze sono la vera ricchezza del nostro Paese – ha affermato Gianluca Cantalamessa – e spesso non riescono a valicare i confini nazionali perché sono piccoli e non hanno i numeri per pagare le fiere internazionali. Abbiamo fatto una proposta di legge per cercare di dare una mano alla vera eccellenza italiana”.

Impegno che passa anche attraverso un radicale cambio culturale, incentivando i giovani a intraprendere un percorso professionale che oggi non gode ancora del necessario appeal: “Dobbiamo riavvicinarli a dei lavori manuali che negli anni sono stati un po’ screditati. Bisogna far capire loro che Armani, Brunello Cucinelli e Miuccia Prada 50 anni fa facevano i sarti – ha aggiunto Cantalamessa – . Se oggi non abbiamo 1000 ragazzi che fanno i sarti, tra 50 anni non avremo stilisti che rappresenteranno l’orgoglio del made in Italy”. 

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Sulla stessa lunghezza d’onda anche la senatrice di Italia Viva e componente della Commissione Attività produttive al Senato Silvia Fregolent, che ha rimarcato l’attenzione sulla necessità di mettere a disposizione delle aziende strumenti utili a incentivare questo processo di avvicinamento delle future generazioni all’artigianato, attraverso “un credito di imposta per la formazione”. 

Il senatore del Movimento Cinque Stelle e componente della Commissione Attività produttive al Senato Luigi Nave ha posto invece l’accento sull’importanza di “sostenere le piccole aziende che sostengono notevoli costi ed è lì che il Governo deve intervenire. Dobbiamo fare in modo che questo oro nazionale venga tramandato alle future generazioni. Un plauso alle Mani di Napoli per il fermento e per portare avanti battaglie comuni”.

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