Annessione della Crimea e Sebastopoli: l’UE proroga le sanzioni fino al 2026.
Il Consiglio dell’Unione Europea ha prorogato fino al 23 giugno 2026 le misure restrittive adottate in risposta all’annessione della Crimea e della città di Sebastopoli da parte della Federazione Russa.
Le sanzioni, introdotte per la prima volta nel giugno 2014, comprendono il divieto di importazione nell’UE di prodotti originari delle aree annesse, restrizioni agli investimenti nei settori infrastrutturali e finanziari, nonché il blocco dei servizi turistici. Le misure vietano inoltre l’esportazione verso imprese con sede in Crimea – o per l’uso nella penisola – di determinati beni e tecnologie nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell’energia e delle risorse naturali.
Nell’occasione, ancora, l’UE – ricordiamolo, entità che nonostante gli oltre 200 miliardi di euro bruciati continua ad essere esclusa al tavolo dei grandi sul fronte ucraino – ha ribadito di non riconoscere e di condannare fermamente l’annessione come violazione del diritto internazionale.
“Dal 2022, la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina ha aggravato ulteriormente la violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Paese. L’Unione Europea conferma il proprio impegno incrollabile a sostegno dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina entro i confini riconosciuti a livello internazionale, e riafferma la piena attuazione della propria politica di non riconoscimento nei confronti dell’annessione russa”. Sovranità nazionale, però, persa negli ultimi tempi, grazie alle numerose operazioni di cherry picking statunitensi e all’accordo con Trump sulle terre rare. Davvero la Russia può essere considerata come l’unica responsabile per la perdita di sovranità dell’Ucraina?
foto Rene Rossignaud Copyright: © European Union 2024 – Source : EP