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Allarme salute mentale tra i giovani: sotto accusa la pubblicità del fast fashion sui social.

La crescente crisi della salute mentale giovanile in Europa trova oggi un nuovo imputato: le pubblicità del fast fashion sui social media. È quanto emerge da un’interrogazione parlamentare dell’eurodeputata Irena Joveva (Renew), che accende i riflettori sull’impatto psicologico delle campagne promozionali online rivolte ai giovani, specie su piattaforme come Instagram e TikTok.

Le statistiche parlano chiaro: il 50% dei giovani europei segue le tendenze della moda veloce per evitare emarginazione sociale, mentre il 34% non indossa più un capo dopo averlo postato online. La pressione per conformarsi agli standard estetici imposti dai social, inoltre, alimenta insicurezze, bassa autostima e un deterioramento dell’immagine corporea, con conseguenze gravi come ansia, depressione e disagio psicologico diffuso.

La Commissione europea, pur riconoscendo la gravità del fenomeno, ammette che la regolamentazione pubblicitaria del fast fashion sui social non è ancora sufficientemente inserita nella legislazione sulla sicurezza online. Tuttavia, ha ribadito il proprio impegno con una serie di iniziative mirate. Tra queste, spicca la collaborazione con UNICEF per sviluppare un kit di prevenzione destinato ai decisori politici nazionali, con l’obiettivo di tutelare la salute mentale dei bambini e degli adolescenti, anche rispetto all’uso di strumenti digitali.

L’esecutivo UE prevede inoltre di avviare un’indagine a livello europeo sull’impatto complessivo dei social media sul benessere psicologico, allo scopo di definire una risposta basata su dati concreti. A questo si affiancherà il futuro Digital Fairness Act, previsto per il 2026, che intende rafforzare la tutela dei consumatori contro pratiche scorrette, inclusa la pubblicità ingannevole da parte degli influencer.

In parallelo, il Digital Services Act già in vigore impone agli operatori delle piattaforme online obblighi stringenti in materia di privacy, sicurezza e protezione dei minori, mentre la strategia Better Internet for Kids mira a creare uno spazio digitale più sicuro e inclusivo per le nuove generazioni.

La Commissione, infine, richiama anche la Raccomandazione sull’integrazione dei sistemi di protezione dell’infanzia, che invita gli Stati membri a rafforzare il sostegno psicologico e la prevenzione per tutelare l’integrità fisica e mentale dei più giovani.

foto Gerd Altmann da Pixabay.com