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Allarme LSD bovina, il Centro Studi Agricoli attacca: “Le dichiarazioni dell’assessore Satta sono sconcertanti. Se sapeva da tre mesi e ha taciuto, si dimetta”.

Si accende la polemica sulla gestione della dermatite nodulare contagiosa (LSD) in Sardegna. Dopo le dichiarazioni dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianfranco Satta, che in un post pubblicato sui social ha affermato che il virus sarebbe presente sull’isola da almeno tre mesi, è arrivata una durissima replica da parte di Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli.

“Le dichiarazioni rilasciate il 27 giugno dall’Assessore regionale all’Agricoltura Gianfranco Satta e pubblicate sul suo profilo Facebook sono di una gravità assoluta e meritano un chiarimento immediato”, afferma Piana, riferendosi alle parole con cui l’assessore ha ricostruito la presenza del virus ben prima della scoperta ufficiale.

Il riferimento è al primo focolaio di LSD individuato il 21 giugno scorso nel comune di Orani, in provincia di Nuoro, dai Servizi Veterinari territoriali. Per il Centro Studi Agricoli, le dichiarazioni dell’assessore aprono scenari inquietanti.

Il Post dell'assessore Satta
Il Post dell’assessore Satta

“È un’affermazione sconcertante – incalza Piana – perché il primo caso ufficiale di LSD in Sardegna è stato scoperto il 21 giugno 2025 a Orani, in provincia di Nuoro, dai Servizi Veterinari territoriali. Come può allora l’Assessore sostenere pubblicamente che il virus circolerebbe da tre mesi nell’isola? Due sono le possibilità, entrambe gravissime: o l’assessore ha fatto un’affermazione infondata e irresponsabile, oppure peggio ancora, era a conoscenza della presenza del virus da tre mesi e ha taciuto, mettendo a rischio la salute del patrimonio zootecnico sardo e l’intero comparto economico collegato”.

Da qui la richiesta esplicita di un passo indietro: “Se davvero era a conoscenza della presenza della malattia da tre mesi e non ha informato né allevatori né strutture sanitarie né organizzazioni agricole, chiediamo con forza le sue immediate dimissioni – conclude Piana –. La trasparenza nella gestione delle emergenze sanitarie veterinarie è un dovere istituzionale, non un optional politico”.

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