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Allarme Inverno Demografico: entro il 2040 l’Italia perderà oltre 3 milioni di lavoratori. Sardegna la più colpita.

Nulla di nuovo sul fronte della sostenibilità della competitività italiana: l’inverno demografico minaccia seriamente la tenuta del mercato del lavoro e il sistema Paese. Secondo il nuovo rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, presentato a Roma, entro il 2040 il numero di lavoratori in Italia potrebbe diminuire di oltre 3,1 milioni di unità.

Una previsione allarmante, supportata dai dati Istat, che evidenziano come il calo riguarderà soprattutto la fascia d’età lavorativa tra i 15 e i 64 anni: la riduzione sarà di 1,1 milioni entro il 2030, per poi superare i 5 milioni nel 2040.

A subire le conseguenze più gravi sarà il Mezzogiorno. Già entro il 2030, la Basilicata farà registrare il decremento percentuale più marcato (-8,1%), seguita da Sardegna (-7,8%), Calabria (-6,6%), Puglia (-6,4%), Campania e Sicilia (entrambe al -6%). Nel 2040, le stime sono ancora più drammatiche: la Sardegna guiderà il crollo con un calo del 24,8% della popolazione in età lavorativa, seguita da Basilicata (-23,2%), Puglia (-20,6%), Calabria e Campania (entrambe intorno al -19%).

Anche il fronte occupazionale seguirà lo stesso andamento: se si manterranno invariati gli attuali tassi di occupazione, il Sud vedrà una flessione significativa. Tra le province più colpite: Nùoro, Potenza, Enna (-9,7%), Caltanissetta (-9,6%) e Oristano (-9,5%).

Il fenomeno si scontra con una domanda di lavoro destinata a crescere, alimentata in gran parte dalla necessità di sostituire i lavoratori che andranno in pensione. Secondo il rapporto Excelsior Unioncamere-Ministero del Lavoro, ancora, nel periodo 2024-2028 la sostituzione dei pensionati rappresenterà tra il 78% e l’88% del fabbisogno totale di nuove figure professionali, pari a circa 3 milioni di posti.

Preoccupano anche i dati sull’invecchiamento della forza lavoro: l’Italia è già oggi il Paese europeo con la più alta incidenza di occupati over 50 (40,6% contro una media UE del 35,1%). Alcune regioni come Liguria (45,4%), Sardegna (43,2%) e Basilicata (42,6%) registrano tassi ancora più elevati.

Nonostante i segnali positivi sul fronte giovanile e femminile – con un calo significativo dei Neet (dal 23,6% nel 2019 al 17,3% nel 2024 ma, d’altronde, ci sono meno giovani in Italai) – resta ampio il potenziale inespresso: secondo i dati Istat, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono 12,4 milioni, di cui quasi 6 milioni sono under 35 e circa 7,9 milioni donne.