Allarme fuga di cervelli: l’Europa rischia anche il collasso accademico.
L’Unione Europea si trova ad affrontare una crisi silenziosa ma devastante: la crescente fuga di cervelli dalle sue università, come noto, sta erodendo le basi della sua competitività e minacciando la sua autonomia strategica. A lanciare l’allarme è l’eurodeputato Nikos Pappas (The Left), che ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea chiedendo un intervento urgente per arginare l’emorragia di talenti scientifici verso Stati Uniti, Canada e Cina.
Nonostante le ingenti risorse stanziate attraverso programmi come Horizon Europe ed Erasmus+, l’Europa continua a perdere giovani ricercatori, scienziati e accademici attratti da stipendi più alti, migliori infrastrutture e un ambiente di ricerca più dinamico all’estero…chiamiamoli fessi/e!
Pappas denuncia, ancora, come gli ostacoli strutturali – dalla burocrazia soffocante alla carenza di fondi realmente competitivi – stiano spingendo una generazione intera a cercare opportunità oltreconfine. Un trend che, se non invertito, rischia di compromettere la leadership europea in settori strategici come l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e l’innovazione climatica.
Il fenomeno non è solo un problema accademico: è una questione di sopravvivenza per l’intero progetto europeo. Senza una massa critica di menti brillanti, l’Europa rischia di diventare un semplice terreno di consumo di tecnologie prodotte altrove, perdendo la capacità di guidare l’innovazione e di affermarsi come potenza scientifica autonoma.
La palla ora passa alla Commissione, chiamata a rispondere con azioni concrete. In gioco non c’è solo il futuro della ricerca, ma quello stesso dell’Europa come spazio di progresso, conoscenza e autonomia. Ma, già oggi, possiamo aspettarci che la stess Commisione europea, anche in queesta occasione, non andrà oltre il proprio limite di competenza.