Allarme droga: la Turchia è il nuovo snodo strategico per il traffico di cocaina verso l’Europa?
La Turchia si sta trasformando in una vera e propria porta d’ingresso della cocaina in Europa, con un traffico annuo stimato tra 2,9 e 5,8 miliardi di dollari. È quanto emerge da un recente studio dell’InstituDE, che punta il dito su un mix pericoloso: corruzione dilagante, indebolimento dello stato di diritto, leggi permissive sulla cittadinanza e legami tra politica e criminalità.
Secondo il rapporto, la frequente concessione di amnistie fiscali e l’opacità del sistema finanziario turco facilitano il riciclaggio dei proventi del narcotraffico, rendendo il Paese una destinazione ideale per le reti criminali internazionali. Un quadro che preoccupa anche in relazione allo status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea.
Sulla questione, la commissaria europea Hadja Lahbib ha precisato che i negoziati di adesione con Ankara sono congelati dal 2018, su decisione del Consiglio europeo, e che gli aiuti finanziari UE sono stati ridotti, con un maggior sostegno diretto alle organizzazioni della società civile.
Nel merito, Bruxelles sottolinea che la convergenza della Turchia con gli standard europei – in materia di lotta alla criminalità organizzata, stato di diritto e anticorruzione – è un requisito imprescindibile per qualsiasi avanzamento nel processo di adesione. E aggiunge che “sono state espresse serie preoccupazioni persistenti”, soprattutto in relazione al funzionamento del sistema giudiziario e alla cooperazione con le forze dell’ordine europee.
L’Unione, conclude la nota, continua comunque a dialogare con Ankara attraverso canali bilaterali e comitati tecnici, e si dice disponibile a fornire assistenza mirata per rafforzare le capacità operative e istituzionali della Turchia nella lotta alla criminalità organizzata.
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