Europa

Allargamento UE: la Commissione prende tempo sull’Ucraina, ma apre a un’integrazione graduale.

Ucraina sì, Ucraina no. Una dicotomia – che ben rappresenta i diversi punti di vista dei Paesi membri Ue verso l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione – evidenziata dalla stessa Commissione europea, intervenuta in risposta ad alcuni eurodeputati socialdemocratici e verdi, che hanno denunciato il blocco unilaterale dell’Ungheria ai negoziati di adesione dell’Ucraina.

“Durante una recente missione a Kiev – scrivono i firmatari dell’interrogazione, tra cui Raphaël Glucksmann, Tobias Cremer e Pina Picierno – è emersa forte frustrazione da parte del governo ucraino per lo stallo imposto da Budapest”. Un’impasse, secondo i deputati, che mina non solo il processo di adesione, ma anche la credibilità dell’Unione in un momento in cui l’Ucraina combatte da tre anni una guerra sempre più assurda e manovrata per puri interessi economici e geopolitici.

Difficile – ma dovuto -, però, rivedere, all’interno del processo di allargamento dell’Ue, il peso dell’unanimità del voto tra i Paesi Ue, richiesto anche per l’apertura o la chiusura di singoli capitoli tecnici dei negoziati.

La risposta ufficiale della Commissione, firmata da Marta Kos, pur aprendo qualche spiraglio, conferma la prudenza di Bruxelles. Sul piano procedurale, la Commissione riconosce che “il ricorso al voto a maggioranza qualificata” potrebbe facilitare alcune fasi intermedie del processo di adesione, ma ricorda che la decisione finale resterà comunque soggetta all’unanimità. Tradotto: senza l’accordo di tutti gli Stati membri, nessuna accelerazione per l’ingresso dell’Ucraina in Ue sarà possibile.

Più concrete le aperture sul fronte dell’integrazione graduale. La Commissione ribadisce che l’inserimento dell’Ucraina nel mercato unico è una priorità, soprattutto nel settore dell’energia, dove si lavora all’integrazione del sistema elettrico entro il 2027 e a un allineamento più stretto nel comparto del gas. Sul fronte della difesa, l’Ucraina potrà partecipare a progetti comuni grazie al nuovo strumento “Azione per la sicurezza dell’Europa”, che prevede appalti collaborativi anche per l’industria bellica di Kiev. Ma, l’Ucraina – nonostante i miliardi di euro delapidati negli ultimi anni e la narrazione europea – continuerà a restare a lungo fuori dalla porta.

In sintesi, l’Unione parla di integrazione progressiva, ma continua a muoversi con passo lento. Mentre Kiev chiede segnali forti, Bruxelles preferisce la via della cautela istituzionale. Un equilibrio fragile tra ambizione geopolitica e realismo burocratico.

foto Christophe Licoppe, European Union, 2022 Copyright Source: EC – Audiovisual Service