Alcolici: in Italia 8 milioni di consumatori a rischio, allarme tra i giovani.
Non si arresta l’emergenza legata al consumo di alcol in Italia. In occasione dell’Alcohol Prevention Day 2025, l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss) ha diffuso un quadro preoccupante: nel 2023, oltre 8 milioni di italiani sopra gli 11 anni hanno consumato alcol in quantità tali da mettere a rischio la propria salute. Tra questi, spiccano 4,13 milioni di binge drinker – persone che bevono con l’intento di ubriacarsi – e 780 mila consumatori dannosi, ovvero soggetti con disturbi da uso di alcol che necessitano di cure cliniche specifiche. Tuttavia, solo l’8,1% di questi ultimi risulta attualmente preso in carico dal Servizio Sanitario Nazionale.
I dati, elaborati attraverso il Sistema di Monitoraggio Alcol (Sisma) e la rilevazione Istat Multiscopo, confermano un trend allarmante: nessun miglioramento nei comportamenti a rischio legati all’alcol rispetto agli anni precedenti, nonostante gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il fenomeno colpisce in modo trasversale tutta la popolazione, ma desta particolare preoccupazione l’impatto tra le fasce più vulnerabili: minori, giovani adulti, donne e anziani. Sono 1,26 milioni i giovani tra gli 11 e i 24 anni a rischio, di cui 615 mila minorenni. Sul fronte femminile, si contano 2,5 milioni di donne consumatrici a rischio, tra cui 1,23 milioni praticano il binge drinking. Tra le minorenni (11-17 anni), il 13,3% consuma alcol in modo pericoloso.
Il bere fuori pasto, abitudine collegata a un maggior rischio di abuso, è in costante crescita soprattutto tra le donne (23,9%). E mentre tra i maschi il binge drinking è aumentato del 19% tra il 2019 e il 2023, tra le donne l’incremento è stato dell’80% negli ultimi dieci anni.
“La fotografia che emerge è quella di una situazione consolidata e critica”, dichiara Emanuele Scafato, direttore dell’Ona-Iss. “La prevenzione deve essere mirata, efficace e rivolta prioritariamente ai soggetti più fragili. È essenziale intervenire con azioni tempestive nei luoghi di aggregazione, nelle scuole e attraverso programmi di counselling e motivazione, differenziati per genere ed età”.
Il rapporto richiama anche alla necessità di rafforzare le reti curanti e di applicare le linee guida cliniche rese disponibili dall’ISS per il trattamento dei disturbi da uso di alcol. Secondo Scafato, “serve un investimento strutturale nella prevenzione e nella diagnosi precoce, a beneficio non solo degli individui ma dell’intera collettività”.
Nel complesso, sono 36 milioni gli italiani che consumano alcol, pari al 77,5% degli uomini e al 57,6% delle donne. Ma il dato più critico resta l’enorme distanza tra chi avrebbe bisogno di cure e chi le riceve. Un divario che, in un Paese che punta a centrare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030, suona come un monito.