Affitti brevi, l’Emilia-Romagna vuole una legge regionale: “Serve un nuovo equilibrio tra turismo e diritto alla casa”.
La Regione Emilia-Romagna mette mano alla complessa questione degli affitti brevi a uso turistico, sempre più al centro del dibattito pubblico per l’impatto sulla vita dei residenti e l’aumento del costo della vita. Su questo binario si muoverà il Consiglio regionale, dove è stato chiesto l’avvio di un percorso per l’approvazione di una legge regionale per regolamentare il settore, con la convocazione entro maggio di un tavolo di confronto che riunirà tutti gli attori coinvolti, dai Comuni alle categorie economiche, passando per università, sindacati, piattaforme online e associazioni civiche.
A presentare l’iniziativa sono stati gli assessori regionali Roberta Frisoni (Turismo) e Giovanni Paglia (Politiche abitative), che hanno sottolineato l’urgenza di una cornice normativa capace di rispondere a un problema che si è acuito negli ultimi anni, soprattutto nelle città a forte pressione abitativa. A Bologna, ad esempio, si contano oltre 6.700 alloggi destinati agli affitti brevi, a fronte di una domanda abitativa di oltre 16.000 unità. “I Comuni stanno facendo la loro parte – hanno dichiarato Frisoni e Paglia – ma senza strumenti adeguati è difficile intervenire efficacemente. Occorre una legge che permetta di salvaguardare il diritto all’abitare, senza compromettere la qualità del nostro sistema turistico.”
Il fenomeno, spiegano dalla Regione, è ambivalente: se da un lato gli affitti brevi possono rappresentare un’opportunità per valorizzare l’offerta turistica, soprattutto nelle aree interne, dall’altro rischiano di alterare gli equilibri delle città nei territori già saturi di presenze, comprimendo l’offerta abitativa per studenti, lavoratori e residenti. Il rischio è quello di snaturare interi quartieri, trasformando i centri storici in dormitori temporanei per turisti e riducendo la coesione sociale.
Altro tema sensibile è quello dell’impatto sui servizi pubblici. L’aumento dei canoni, alimentato anche dalla crescita degli affitti turistici, sta rendendo sempre più difficile per insegnanti, infermieri e altri lavoratori essenziali trovare casa vicino al posto di lavoro. “La futura legge dovrà essere uno strumento concreto per dare alle amministrazioni locali il potere di agire, modulando le regole in base alle esigenze dei territori,” ribadiscono gli assessori.
Il confronto si inserisce in un contesto regionale segnato da una crescente emergenza abitativa. Le domande per il fondo affitto nel 2022 sono aumentate del 35% rispetto all’anno precedente, toccando quota 65.447. Sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica (ERP), risultano ancora in attesa oltre 26.000 famiglie in graduatoria, la metà delle quali concentrate nei capoluoghi, Bologna in testa.
“Lavoreremo su più fronti – concludono Frisoni e Paglia – a partire dalla conferma del fondo affitto, con una dotazione di 10 milioni di euro, fino alla costruzione di un nuovo Piano per la casa. L’obiettivo è restituire centralità al diritto all’abitare, valorizzando al contempo un turismo sostenibile che non comprometta l’identità e la vivibilità delle nostre città”.