Europa

Affari Esteri UE, Kallas: “Serve una risposta diplomatica forte e unita”.

Mattinata densa di temi caldi al Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea, dove i ministri degli Esteri si sono riuniti a Bruxelles per affrontare le principali crisi geopolitiche in corso. Al suo arrivo, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’UE, Kaja Kallas, ha fatto il punto con la stampa, ribadendo la centralità della diplomazia e la necessità di una risposta coesa dell’Unione su più fronti.

A poche ore da un vertice informale dedicato alla nuova crisi geopolitica in Iran, la Kallas ha espresso forte preoccupazione per l’escalation in Medio Oriente, soprattutto per il rischio che l’Iran chiuda lo Stretto di Hormuz. “Sarebbe estremamente pericoloso per tutti”, ha dichiarato, sottolineando la volontà dell’UE di proseguire il dialogo con l’Iran (bombardato però da Israele e USA), anche in merito al programma nucleare e alla sicurezza regionale. “L’unica via duratura è quella diplomatica”, ha aggiunto, ricordando che l’UE gioca un ruolo cruciale anche sul fronte del meccanismo di snapback previsto dall’accordo sul nucleare (JCPOA), con sanzioni pronte a essere reintrodotte in assenza di progressi.

Spostando l’attenzione sull’Ucraina, l’Alto rappresentante estone ha avvertito che, mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Iran, “le bombe continuano a cadere su Kyiv”. Kallas ha ribadito l’urgenza di mantenere alta la pressione su Mosca, annunciando il lavoro in corso per il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Buone notizie (se così si possono chiamare) per la “militarista” Kallas arrivano sul fronte dell’assistenza militare: “L’iniziativa per fornire 2 milioni di munizioni è già all’80% del finanziamento previsto, ma dobbiamo fare di più”. Finchè c’è guerra, c’è speranza per l’Ue.

Tra i dossier sul tavolo anche l’accordo di associazione UE-Israele. Kallas ha confermato che è stata completata la revisione dell’Articolo 2, che vincola l’accordo al rispetto dei diritti umani. “Tutti gli Stati membri hanno ricevuto il rapporto, discuteremo oggi le possibili conseguenze e i prossimi passi”. Il riferimento è all’impatto del conflitto a Gaza e alle responsabilità del governo israeliano.

Altro tema cruciale è la situazione in Georgia, dove la repressione interna e le violazioni dei diritti umani preoccupano (forse meno della perdita di potere lobbystico) Bruxelles. Sul tema, la Kallas ha annunciato l’intenzione di proporre sanzioni mirate contro chi è responsabile della violenza. “La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno – ha dichiarato – e dobbiamo valutare strumenti ulteriori, tra cui anche eventuali restrizioni ai visti”.

La riunione ha poi incluso anche un momento riservato alla Cina, con un focus particolare sulla sicurezza strategica e sull’impatto globale della politica di Pechino. Un primo confronto che punta a inquadrare la Cina nel contesto più ampio delle sfide geopolitiche per l’UE.

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