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80° Anniversario della Liberazione: valori sbandierati e milioni buttati via.

“Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Con queste parole di Antonio Gramsci, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Piero Comandini, ha dato inizio alla celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, un evento che ha visto l’affollamento di giovani studenti, rappresentanti delle istituzioni e delle varie associazioni, tra cui l’Anpi. Un incontro solenne, dove si sono riaffermati i principi della democrazia, della pace e della libertà, valori che i partigiani hanno difeso con il sangue e che devono essere preservati dalle nuove generazioni.

Le parole del presidente sono chiare: “Non giratevi dall’altra parte, non siate indifferenti!”. Eppure, dietro la retorica del sacrificio, della memoria e della tutela dei diritti, c’è una realtà ben diversa che non può essere ignorata. La stessa amministrazione che celebra oggi i valori della libertà, della giustizia e della democrazia, ha dimostrato, però, poco rispetto per i principi di trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi pubblici. Se è vero che la memoria storica va alimentata ogni giorno, è altrettanto vero che a volte i milioni di euro destinati a scopi nobili vengono sperperati attraverso affidamenti diretti che ben poco hanno a che fare con la difesa dei diritti e delle libertà conquistate. Comandini ti sei già dimenticato dell’ultimo assestamento di bilancio?

Mentre in aula si celebravano i partigiani e si faceva appello alle nuove generazioni a difendere la Costituzione, fuori dalle aule la bassa politica continua a vivere nella propria bolla. In questi giorni, infatti, si andrà a parlare di manovra finanziaria, i quali emendamenti puntuali, vista la pessima figura fatta dai consiglieri della “Maggioranza dei migliori” in occasione degli affidamenti diretti deliberati con l’ultimo assestamento di bilancio, saranno proposti dai singoli assessorati, nascondendo la paternità delle prebende dei 60 consiglieri/e regionali verso le proprie claque. Altro che giustizia sociale tanto decantata oggi nel comunicato del Consiglio regionale diramato in occasione della celebrazione della Liberazione.

È ironico, per non dire vergognoso, che mentre si pontifica sui valori della Costituzione e della democrazia, la stessa amministrazione locale non si fa scrupoli a elargire fondi pubblici attraverso affidamenti diretti, senza alcuna gara o concorso pubblico, come se questi fondi fossero la “benevolenza” di una classe politica che dimentica facilmente i principi di legalità e di equità che dovrebbero essere alla base della gestione del denaro pubblico. La memoria va rispettata, certo, ma non solo con parole in politiche cerimoniose: bisogna anche rispettarla con atti concreti che dimostrino un impegno reale per la giustizia sociale e l’utilizzo corretto delle risorse… e invece!

La Sardegna, come il resto d’Italia, merita di vedere i suoi fondi utilizzati con criteri chiari e trasparenti, al fine di promuovere realmente il bene comune e non il tornaconto di pochi e le necessità di rifarsi il parco auto o finanziare le sagre “senza capo né collo”. La difesa dei valori democratici non può limitarsi a commemorazioni: deve essere un impegno quotidiano, che si riflette nelle scelte politiche e nell’amministrazione del denaro pubblico.