2,5 miliardi alla Siria guidata dall’ex terrorista (e bombarolo) Al-Jolani.
L’Ue, senza alcuna parvenza di logica, ha deciso di finanziare il regime guidato da Abu Mohammad Al-Jolani, jihadista, terrorista e e leader dell’ex Fronte al-Nusra, autoproclamatosi presidente della Siria lo scorso 29 gennaio 2025.
Una incoronazione autoreferenziale, ottenuta con la forza delle armi decisamente apprezzata (visti i 2,5 miliardi di euro “sulla fiducia”) dalla Commissione europea di Ursula von der Leyen.
Finanziamenti sui quali l’eurodeputata Barbara Bonte dei Patrioti per l’Europa ha presentato un’interrogazione scritta con l’obiettivo di chiedere conto all’Esecutivo europeo dei criteri adottati per erogare i fondi. “Al-Jolani è il nuovo boia della Siria”, scrive Bonte, denunciando il massacro di oltre un migliaio di civili alawiti e cristiani, che il nuovo regime avrebbe liquidato soltanto negli ultimi mesi.
Ieri, la Commissione Ue, attraverso la vicepresidente Dubravka Šuica, ha parlato di approccio “graduale” e “condizionato” all’erogazione dei fondi. Risorse che arriveranno comunque a destinazione nonostante la stessa Commissione abbia già condannato pubblicamente le violenze nella regione costiera siriana e di aver chiesto “indagini rapide, trasparenti e imparziali”. Tanto verrà creato l’ennesimo (quanto inutile) comitato investigativo siriano per fare luce su tali massacri, giusto per “tenere calme” l’opinione pubblica europea.
“La protezione di tutti i siriani, senza discriminazioni, resta un principio cardine”, si legge nella nota. Principio, però, che non ha certo aiutato i rappresentanti della minoranza alawita a salvarsi negli ultimi mesi di violenze perpetrate dagli sgherri di Al-Jolani, nuovo partner dell’Ue.
Dubbi anche sul fronte degli aiuti umanitari in Siria i quali, secondo la Commissione von der Leyen sono “erogati solo attraverso partner fidati” ma, nella pratica in una zona d’ombra caratterizzata da violenze (ricordiamolo il numero uno del regime è un terrorista di fama internazionale) tali dichiarazioni possono solo far sorridere per la loro inconsistenza. E’ davvero possibile costruire una pace duratura sostenendo chi, fino a ieri, era parte attiva della guerra e del terrore?
Bruxelles, però, ha difeso, anche nell’ultimo intervento della vicepresidente croata, la cosiddetta “cappellata dello stanziamento di 2,5 miliardi di euro alla Siria”, rimarcandone l’importanza ai fini del sostegno alla “transizione politica gestita dal popolo siriano, che rispetti i diritti umani e garantisca inclusione per tutte le componenti etniche e religiose”. Tuttavia, le rassicurazioni non placano i timori di chi teme che fondi pubblici europei finiscano nelle mani sbagliate, rafforzando invece la posizione di attori accusati di gravi crimini.
foto Car Loss Voniya da Pixabay.com